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È morta Bice, che scappò da una Rsa per andare a vedere il mare e ricordare la sua giovinezza

È morta Salvatrice Gullotta, detta Bice, è morta a causa di un infarto a Roma: la donna era diventata famosa dopo che nell’aprile 2023 scappò da una Rsa di Faenza per andare a vedere il mare a Bellaria e ricordare la sua giovinezza.
A cura di Ida Artiaco
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Bice Gullotta (Screen da Pomeriggio 5).
Bice Gullotta (Screen da Pomeriggio 5).

Quando nell'aprile del 2023 scappò da un Rsa di Faenza per andare a vedere il mare e immergersi nei luoghi della sua giovinezza, la notizia fece il giro dell'Italia. Nelle ultime ore si è diffusa la notizia che Salvatrice Gullotta, conosciuta come Bice, è morta.

La donna, 81 anni, per anni dipendente di un ufficio postale, è deceduta a causa di un infarto a Roma, come ha reso noto via social il suo avvocato Giuliano Lelli Mami. La storia di Bice aveva suscitato l'attenzione dei media soprattutto perché portava avanti da mesi una battaglia legale per cambiare amministratore di sostegno e riottenere la propria libertà.

Per questo il suo legale ha scritto sui propri canali social: "La signora Bice era ricoverata in ospedale a Roma ed è morta per un infarto. In seguito dell'esito positivo della "prova" aveva raggiunto l'accordo con cui aveva effettuato il definitivo trasferimento nella nuova sistemazione abitativa, un piccolo appartamento a Roma dove aveva spostato la propria residenza. Io stavo iniziando la redazione degli Atti per la definizione della pratica al tribunale di Ravenna e la conseguente instaurazione della pratica al tribunale di Roma dove Bice avrebbe chiesto all'autorità giudiziaria di disporre una eventuale consulenza d'ufficio medico-psichiatrica per revocare l'amministratore di sostegno. In seguito di tutte queste novità la signora Bice aveva ribadito la propria gioia di vivere. Conservo con affetto il ricordo dell'ultima volta in cui l'ho vista quando dopo avermi abbracciato mi ha detto, commossa, la seguente frase: Sono Felice. Tu sei mio Figlio. Ti voglio bene".

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La vicenda della sua fuga dalla Rsa dove si trovava a Faenza aveva commosso tutta l'Italia: Bice, approfittando di un momento di distrazione del personale della struttura, aveva preso un treno in direzione Romagna ed era scesa in Riviera per andare a bussare all'Hotel Flora in cui era solita soggiornare nei suoi periodi di vacanza.

Era stata riconosciuta dai titolari della struttura, che era chiusa, dispiaciuti di non averla potuta ospitare. Aveva trovato riparo in una vicina parrocchia dove aveva raccontato il disagio di vivere in quella casa di riposo. Poi, fu contattata dai carabinieri e tornò da dove era fuggita. "In realtà non è stata fuga, ma una dimostrazione di potercela fare, di indipendenza. Anche perché la Rsa non è un carcere", aveva poi spiegato lei stessa.

La replica della figlia della signora Bice

La figlia della signora Bice ha scritto alla redazione di Fanpage.it per puntualizzare quanto successo negli ultimi mesi alla madre.

"La signora, mia madre, ha vissuto la sua vita in solitudine per suo legittimo desiderio, al momento era seguita scrupolosamente dal suo nuovo A.d.s. e dalla Comunità che l’aveva accolta a Roma, era attualmente domiciliata presso l’Rsa “Clinica Villa Mendicini” di Roma dove è spirata per un attacco di cuore.

Non era in alcun modo prevista la richiesta di revoca dell’amministratore di sostegno né mai era stata avviata , neanche precedentemente ˗ il procedimento avviato da noi figlie si concluse infatti col suo benestare come riportano i verbali d’udienza di giugno 2022  ˗ bensì un’eventuale spostamento del procedimento a Roma con conseguente cambio di amministratore volto ad aumentare la sua sicurezza. Nessuna battaglia legale ha interessato la vicenda, piuttosto v'è stata una battaglia dei media.

Mia madre aveva assoluta necessità di essere seguita da qualcuno che si prendesse cura della sua persona e ne era consapevole, non desiderava richiedere la revoca dell’A.d.s. e concordava con la nomina di un amministratore in loco. Era stata recentemente trasferita in Rsa a causa di un suo rifiuto ad alimentarsi autonomamente e a prendersi cura della sua persona ma si presentava in salute rispetto all’età, come confermato da numerosi controlli medici e analisi di recentissima data, che risalgono a qualche settimana prima.

Si comunica altresì che in data 2 maggio 2024 è prevista l’uscita di un libro a metà fra un’inchiesta e un memoir scritto nel 2023, dal titolo “Ho sempre scritto d’amore, stavolta ho scritto di te. La vera storia dietro a un caso mediatico italiano” dell’autrice Andrea Shaw, in cui è raccontata tutta la storia dietro a questo caso e di come si sia approfittato e utilizzato questa notizia a proprio tornaconto.

Dal momento in cui è uscita la prima notizia su questo caso, infatti, mia madre è stata sfruttata a beneficio di tutt’altro, arrivando addirittura ad esserlo fin dopo la sua morte, per ragioni che nulla hanno a che vedere con l’assistenza ad un’anziana ed esponendo ancora una volta i famigliari e gli operatori che si sono occupati di lei a commenti social denigratori e inappropriati, condizionati da un racconto del tutto deformato".

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