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E fu così che il menu di McDonald’s divenne materia scolastica

La pubblicità del celebre fast food americano sui libri di scuola? Sembrerebbe proprio di sì a guardare la pagina 177 di un libro di tecnologia in uso nelle scuole medie. La denuncia arriva da Andrea Losi, esponente del Movimento Cinque Stelle.
A cura di Biagio Chiariello
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E fu così che il menu di McDonald's divenne materia scolastica

A prima vista, questo potrebbe sembrare un opuscolo informativo che si trova in uno delle migliaia di punti vendita McDonald's del nostro Paese o una pagina pubblicitaria di una rivista, acquistata per sostenere l'operazione trasparenza del fast food made in USA di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa nel pezzo sui "segreti" delle foto dei Big Mac. In realtà non è così. Si tratta della pagina 177 del libro di tecnologia usata in una scuola media. Precisamente, quella frequentata dal figlio di Andrea Losi, esponente del Movimento Cinque Stelle. E' stata lui a pubblicarla sul blog di Beppe Grillo con tanto di pezzo-denuncia:

"Qualche giorno fa ho accompagnato per la prima volta mio figlio alle scuole medie. La mia attenzione è caduta quasi subito sul libro di Tecnologia, per via del sottotitolo: "Materiali Settori produttivi Energia"; non ricordo di aver avuto una materia simile. Inizio a sfogliare il libro, vedo un sacco di belle illustrazioni, ma poi m'imbatto nella pagina che non t'aspetti, che non potevo proprio metter in conto di trovare, nel 2012, nella scuola pubblica di mio figlio, all'interno di un libro costato 21.50 euro dei 300, circa, spesi in libri.
Domanda: quand'è successo che il menù di McDonald's è diventato materia d'insegnamento a scuola?"

Il titolo della pagina è “La dieta del fast food” ed in un box sulla sinistra in basso si possono leggere “le regole d’oro per uno stile di vita sano e attivo“. Tra le righe, il libro fa poi sapere ai ragazzi che “Alimentarsi al fast-food non sempre e non necessariamente significa assumere calorie e grassi in esubero”. Affermazione, che a dirla tutta, è scientificamente irrilevante (in altre parole "inutile"). Il nome completo del testo in questione è “Tecno idea. Materiali Settori produttivi Energia“ e come fa notare lo stesso Losi, contiene anche altri messaggi pubblicitari piuttosto espliciti come quello della Barilla o di altre aziende. Eppure, esisterebbe un Codice di Autoregolamentazione del Settore Editoriale Educativo che recita testualmente: "L'editore si impegna a non inserire messaggi pubblicitari, né espliciti né redazionali, nei libri e negli altri strumenti didattici di adozione."

Ma la stessa casa editrice Atlas assicura che nel testo non vi è alcun intento pubblicitario. «Ribadiamo con assoluta fermezza», riporta Linkiesta citando un mail arrivata direttamente dall‘Istituto Italiano Edizioni Atlas, «che nessuno dei testi editi dalla nostra Casa editrice contiene messaggi pubblicitari, siano essi da considerarsi espliciti od "occulti". Vengono proposti, invece, alcuni esempi di prodotti reali e su tale questione, per evitare equivoci e fraintendimenti, desideriamo fornire alcune precisazioni».

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