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Spending Review

È cominciata la “campagna acquisti” delle province contro la spending review

Da Treviso a Trapani, passando per Benevento, l’obiettivo è sopravvivere ai tagli della riforma del Governo Monti. Tra annessione di comuni confinanti e scambi di territori, le Province si danno battaglia in una sorta di “calciomercato” estivo.
A cura di Biagio Chiariello
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L'estate è da sempre sinonimo di campagna acquisti. Quest'anno, però, la regola non si applica solamente al calcio, ma pure alle Province, come scrive il Corriere della Sera. Il fatto è che, stando ai dettami della spending review, per non scomparire le nostre devono avere una popolazione di 350mila abitanti e un'estensione di 2.500 chilometri (ecco l'elenco completo di quelle che non hanno tali requisti). Su questa base sarebbe già partito il "mercato" per annettersi, in extremis, territori e centri abitati. L'idea è semplice: coi comuni delle Province vicine si contrattano abitanti e chilometri quadrati, il numero necessario per arrivare ai requisiti minimi previsti dalla Riforma del Governo Monti.

Il "Corriere della Sera" cita i casi più significativi di questa singolare strategia all'italiana per la sopravvivenza. C'è ad esempio Latina che punta ad acquistare rinforzi tra la capitale e la Ciociaria. In particolare si guarda ad Anzio e Nettuno, più altri piccoli centri della provincia di Frosinone. Si arriverebbe a 2.506 chilometri e quindi la Provincia non correrebbe più rischi. Conteggi simili si fanno a Treviso, dove servono 23 chilometri quadrati per raggiungere la soglia minima, e così si punta a Venezia che diventerà città metropolitana assorbendo di fatto tutti i Comuni della provincia, e a quei piccoli centri che il sindaco Muraro è «pronto ad accogliere a braccia aperte».  L'«incrocio fra il Risiko e il domino» scrive Salvia, prosegue pure a Trapani che cerca il "top player" Menfi (Agrigento) scambiandolo con "un assessorato". C'è poi la Provincia di Terni che, dopo aver incassato il "no" di Spoleto, va alla carica per strappare a Perugia tutta la linea di confine.

Ma il caso più emblematico di questa lotta per non scomparire è quello di Benevento. La provincia sembra destinata a diventare una realtà unica con la Provincia di Avelino, ma al di là del fatto che ai sanniti proprio non sta giù questo assorbimento (tanto che nelle ultime settimane si è tornato a parlare del vecchio pallino del "Molisannio"), il problema per le province campane è un altro. Ce lo spiega Salvia: «A Benevento si punta ad esempio Cervinara, che appartiene ad Avellino, e San Polito Sannitico, nel territorio di Caserta. Ma – si legge sul Corsera – c'è un problema in più. Avellino e Caserta sono di un pelo sopra la soglia di sopravvivenza. E allora per cedere abitanti e chilometri a Benevento dovrebbero prima incassare un pacchetto corrispondente da Napoli». E i grattacapi non finiscono qui. Benevento è l'unica amministrazione di sinistra in una regione che guarda tutta sull'altro versante politico. Ma del resto, anche a Roma c'è quella che il Corsera definisce la «strana maggioranza» tra Pd e Pdl; quindi alla fine l'accordo si trova anche qui. Statene certi.

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