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Due giovani italiani su tre vivono ancora a casa con i genitori

Secondo i dati Eurostat, due italiani su tre (nella fascia 18-35 anni) vivono ancora con i genitori. Anche avendo un lavoro stabile.
A cura di Redazione
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Che la crisi economica abbia fiaccato in profondità le famiglie italiane dal punto di vista economico è ormai un dato di fatto accertato e verificato. Ma che a questo dato si accompagni una sorta di “crisi psicologica”, che in qualche modo costringe alla prudenza e impedisce di tentare soluzioni alternative, sembra essere una ulteriore verità di questi anni. A parziale conferma arrivano anche i dati diffusi dall’Eurostat sulla propensione al distacco familiare dei giovani italiani.

In particolare si nota come i giovani tra i 18 ed i 35 anni che vivono ancora con almeno un genitore sono circa i due terzi del totale, un dato eclatante (ed in crescita rispetto all’ultima rilevazione del 2008) se confrontato con il corrispettivo degli altri Paesi europei: in Francia solo il 34,2% vive ancora con i genitori, in Inghilterra il 34,4, in Germania il 42,3. Le percentuali sono molto alte anche se riferite ad un intervallo più specifico: il 50% dei giovani fra i 25 ed i 34 anni vive ancora con i genitori, dato che supera di oltre 10 punti il popolo più “mammone” d’Europa, quello spagnolo. Come riporta TgCom, poi, c’è un ulteriore dato che fa riflettere: “Tra i giovani adulti che vivono a casa nell'intera fascia considerata (18-34 anni) oltre un quarto dichiara di avere un lavoro a tempo pieno (il 27,2%) anche se in calo rispetto alla percentuale del 2008 (il 37,6% di coloro che vivevano ancora in famiglia). Se si guarda alla fascia più adulta tra coloro che sono ancora in casa tra i 25 e i 34 anni in Italia il 43% ha un lavoro a tempo pieno (era il 53% nel 2008).”

È infine interessante notare come, a dispetto di quanto si possa credere ad un primo superficiale approccio, a restare a casa, nella fascia di età fra i 25 ed i 34 anni, sono soprattutto i maschi (il 57,5% del totale). Le donne italiane che vivono in famiglia sono il 41,1% del totale, percentuale comunque fra le più alte d’Europa (basti solo considerare che il corrispettivo per la Danimarca è dello 0,4%).

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