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Due euro all’ora in nero per fare l’animatrice: una giovane denuncia, ma nessuno risponde

Due euro all’ora senza contratto, in nero. Con un impegno dal lunedì al venerdì, dalle 8:00 alle 17:30 con paga mensile di 400 euro per svolgere il ruolo di responsabile animatrice presso una colonia estiva per bambini di Latina. Laura è una dei tanti giovani italiani che dovrebbe imparare a “sudare” anziché stare sul divano a percepire il Reddito di Cittadinanza, con la differenza che lei, come moltissimi, sul divano non ci sta. Il 22 giugno ha chiesto aiuto all’Ispettorato del Lavoro di Latina ma ad oggi non ha ricevuto risposta.
A cura di Stela Xhunga
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Due euro all'ora senza contratto, in nero, per fare l'animatrice presso una colonia estiva dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 17:30. Questa l’offerta che una giovane ventiduenne si è vista recapitare dopo che aveva risposto a un annuncio di lavoro apparso su un sito di annunci di lavoro. “Ho chiamato per sapere se quanto meno ci fosse un contratto perché a detta sua è solo un lavoro stagionale, perciò in nero” confida a Fanpage.it Laura N., che vuole rimanere anonima.

Quindi lei mi sta pagando 2 euro l’ora per 9 ore e mezza al giorno in nero?”, “Sì”, ha risposto molto candidamente la titolare, che si è poi giustificata dicendo “guarda che io ho lavorato per una struttura simile per le stesse ore, in nero, ma a 300 euro”. Laura avrebbe voluto risponderle che a maggior ragione, visto che lo sfruttamento lavorativo l’ha vissuto in prima persona, non dovrebbe proporre cose simili, ma la sorpresa e lo sconforto le hanno impedito di dare una risposta adeguata.

Laureata in Scienze Politiche e intenzionata a proseguire gli studi con una specialistica in Relazioni Internazionali, Laura è una dei tanti giovani italiani che dovrebbe imparare a “sudare” anziché stare sul divano a percepire il Reddito di Cittadinanza, con la differenza che lei, come moltissimi, sul divano non ci sta. Si è pagata gli studi svolgendo due lavori, quello di rider e quello di addetta alle registrazioni delle lezioni presso un liceo della zona. “Con il delivery non c’è una paga fissa oraria perché vengo pagata a consegna. Però lavorando nel weekend si lavora parecchio e riesco anche a guadagnare €50 per 3-4 ore, onesto”. E le registrazioni? “4 euro a lezione registrata”.

A mente fredda, Laura ha deciso di denunciare l'accaduto e si è rivolta all'Ispettorato del Lavoro di Latina tramite mail il 22 giugno. Ad oggi, nessuna risposta.

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“Dove vogliamo andare se quelli che dovrebbero controllare il lavoro fanno orecchie da mercante?”. Un’assenza di controllo doppiamente colpevole, perché ad andarci di mezzo non c’è soltanto una giovane donna che vuole guadagnarsi da vivere lavorando in regola e possibilmente con una paga degna da un Paese del G8. Ad andarci di mezzo, potenzialmente, ci sono anche gli oltre 50 bambini che frequentano la colonia estiva, perché, anche ipotizzando che per quelle cifre accetti una persona qualificata a gestire dei minori, senza un contratto, qualora dovesse succedere qualcosa, chi ci va di mezzo? Chi risponde in tribunale? Chi paga? Domande che evidentemente non solleticano le coscienze degli impiegati dell’Ispettorato del Lavoro di Latina.

“Io ho rinunciato a quel posto, ma so di per certo che qualcun altro ha accettato quelle condizioni. E mi fa male. È tutto un sistema sbagliato”, dice Laura. Le chiediamo cosa pensa della narrazione imperante che vorrebbe i giovani di oggi “bamboccioni” e impigriti dal Reddito di Cittadinanza: “Fermo restando che non c’è niente di male a percepire il Reddito di Cittadinanza in un momento di difficoltà, io credo che il lavoro dia dignità. Secondo me chiunque preferirebbe lavorare piuttosto che vivere di sussidi. Ma ci sono persone che si permettono di pagare un lavoratore 2 euro all’ora e di ammetterlo senza battere ciglio, come se fosse una cosa normale. È disumano. Lo Stato, le autorità competenti e i politici dovrebbero far sentire sbagliate e parassite queste persone, non i giovani che si sottraggono al ricatto del lavoro”.

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