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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Due colpi secchi e la cabina che precipita: la tragedia del Mottarone nell’audio ascoltato in aula

È stato registrato in un audio di pochi secondi il momento in cui la fune traente della funivia del Mottarone si è spezzata il 23 maggio scorso. Il file è stato ascoltato durante l’incidente probatorio di oggi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Pochi secondi di registrazione durante i quali si sentono due colpi secchi e un terzo prolungato nel momento in cui il cavo della funivia del Mottarone si spezza. L'audio è stato ascoltato nella giornata odierna nell'aula di Verbania durante un incidente probatorio disposto per far luce sulle cause della strage del Mottarone avvenuta il 23 maggio 2021.

Hanno iniziato ad esporre il loro lavoro i periti del collegio informatico e poi i tecnici che hanno effettuato i primi rilievi sulla fune traente e sulla cabina crollata. L'incidente probatorio continuerà nella giornata di domani e di lunedì. Se non si dovesse concludere, il gip ha già fissato altre udienze per i prossimi giorni.

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In aula erano presenti anche le difese degli indagati e quelli delle parti civili. Le perizie sono state depositate ormai un mese fa: si tratta di un migliaio di pagine in cui tecnici e ingegneri mettono nero su bianco l'esito dei sopralluoghi, dei test e degli esami di laboratorio su funi e testa fusa. Secondo quanto evidenziato dagli accertamenti, la fune era corrosa ben prima dell'incidente. Un corretto intervento di manutenzione avrebbe potuto evitare la tragedia.

I tecnici hanno inoltre rilevato che i forchettoni per disattivare i freni di emergenza erano stati inseriti quasi abitualmente nelle settimane prima della disgrazia per evitare blocchi della cabinovia. Un elemento che, secondo l'accusa, indicherebbe che il direttore tecnico della funivia Enrico Perocchio e il titolare della concessione della funivia, Luigi Nerini, erano consapevoli dei guasti all'impianto proprio come il caposervizio Gabriele Tadini.

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Prima dell'inizio dell'udienza odierna, l'avvocato Pasquale Pantano, che difende l'amministratore della società Ferrovie del Mottarone, ha affermato che la carenza di controlli è stata dovuta all'esistenza "di un'organizzazione esterna all'azienda che doveva funzionare in tal senso e che probabilmente non ha funzionato".

Sulla stessa linea anche gli altri avvocati difensori che hanno evidenziato la necessità di approfondire eventuali responsabilità "ascrivibili a terzi che non rientrano nell'incidente probatorio".

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