Drag Queen a 17 anni, Manuel diventa Octavia e fa burlesque: “Il Drag mi ha dato coraggio”
La nebbia autunnale della domenica mattina a Pralormo, al confine tra la Provincia di Cuneo e quella di Torino, è così fitta che bisogna viaggiare quasi a passo d'uomo; il mercato è aperto ma c'è poca gente, l'unico bar sulla statale è affollato e la tv della sala gremita è sintonizzata su una Messa, ma la voce del prete che parla dal pulpito con la sua veste verde non si sente, il volume è troppo basso.
Qui vicino in una villetta a schiera vive la famiglia di Manuel, 17 anni, che da quasi un anno si esibisce sui palchi di serate Drag vestito di volta in volta da regina, da femme fatale o da entrambe le cose. Manuel ha gli occhi nocciola e i capelli lunghi raccolti in due code double ponytail dalle punte verde chiaro, come il colore dei capelli di Billie Eilish, ed è alto quasi un metro e novanta.
Nell'altra stanza il fratello minore di Manuel dorme ancora come il papà, reduce dal turno di notte in fabbrica. Mamma Elisabetta invece è riuscita a rimanere in piedi, anche lei ha fatto la notte in una fabbrica di cioccolato molto nota sul territorio. Nel soggiorno campeggia un manichino che indossa uno sfarzoso abito da sera dalla storia particolare: "Questo vestito me l'ha regalato una mia amica Drag – spiega Manuel – che l'ha comprato a 8 euro al Balon, il mercato dell'usato di Torino. Era bianco ed è stato spruzzato di vernice, poi io e la mamma lo abbiamo impreziosito con glitter e colla a caldo".
Elisabetta tira fuori scatole e parrucche, Manuel mostra il suo kit di trucco che "è molto disordinato, è un disastro – ride e si copre la bocca quando lo fa – ma qui ci sono tutte le palette che amo, compresa la Pink Religion, che è la mia bibbia del rosa che adoro moltissimo" e mentre si passa una linea di shocking sul sopracciglio racconta che "dopo il liceo artistico il mio sogno è aprire un centro estetico".
"Non mi sono mai nascosto – spiega Manuel quando gli viene chiesto se ha mai dovuto subire del bullismo o delle molestie – anzi, mi piace farmi vedere, ma mai nessuno dei miei conoscenti mi ha mai criticato per le mie scelte di vita, sono stato fortunato, anche la mia famiglia mi supporta. Ogni tanto qualche presa in giro da parte di sconosciuti c'è, non ci dovrebbe essere, ma ho le spalle larghe per queste cose".
"La passione Drag di Manuel- racconta Elisabetta, sua mamma – è un mondo meraviglioso che non conoscevo ed è grazie a lui ho potuto apprezzarlo: è un mondo magico, molto ricco, fatto di persone piene a 360 gradi". Elisabetta racconta che suo figlio minore è una persona con un carattere totalmente diverso da quello di Manuel, che era appassionato di trucchi e colori già da bambino: "Un ricordo che ho di Manuel da piccolino, non andava neanche a scuola, è quando mi ha aspettato una volta che rientravo dal secondo turno in fabbrica verso le 11 di sera; indossava i miei tacchi rossi, degli stivaletti che gli arrivavano a metà coscia, e con la mia borsa sotto il braccio mi dice: ‘Mamma dammi il rossetto che usciamo', che ridere. È fissato con i trucchi e i travestimenti da sempre".
"La passione per l’essere Drag è iniziata all’incirca 3 anni fa – racconta Manuel a Fanpage.it – inizialmente ero fissato sul mondo del make up e dei trucchi; all’inizio ero solo ‘Manuel che si truccava', poi mi sono appassionato al Drag attraverso alcuni video e alcune trasmissioni televisive, ho iniziato per gioco con quello che trovavo in casa, usando i cuscini come imbottiture e adesso finalmente sento di aver trovato appieno il mio personaggio e ne sono molto fiero".
Quando Manuel parla di Octavia Starlight, il personaggio che si è creato e nel quale si identifica soltanto quando è truccato e vestito da donna, è come se parlasse di qualcuno che è presente ma che non ha diritto di parola, che emerge soltanto usando un'uniforme fatta di paillette e una parrucca colorata: "Manuel è più chiuso – racconta – anche se pure lui una volta che prende confidenza non smette più di parlare. Octavia Starlight invece ha qualche anno in più di Manuel ed è seducente, molto allegra, determinata, lei non si fa problemi a dire quello che pensa, è appariscente sempre. Con Octavia faccio delle esibizioni di burlesque, ovvero uno spogliarello molto ironico e per niente volgare che il pubblico sembra apprezzare molto".
Nel mondo Drag Manuel ci è entrato dopo qualche giro in varie accademie Drag di Torino, qualche esibizione in concorsi dedicati, fino all'incontro con quelle che lui definisce le sue "madri artistiche", due Drag Queen più adulte, fondatrici della ‘Casata Borkionik', rispettivamente Jill Tonik e Lucrezia Borkia. Il mondo Drag, spiega Manuel/Octavia, "è organizzato in casate formate dalle fondatrici che prendono sotto la loro ala delle figlie artistiche e le aiutano con il loro Drag".
"Sono molto orgogliosa di Octavia – racconta Lucrezia Borkia, una delle sue Madri Drag – e sono contenta perché lei è una grande fonte di ispirazione per me. Essere una drag queen vuol dire avere l'onore e il piacere di distrarre il nostro pubblico e di trasferire messaggi importanti, come l'inclusività, l'amore per se stessi e per gli altri".
"Octavia è un vulcano di idee nonostante l'età – racconta Jill Tonik, l'altra Madre Drag di Octavia – deve svilupparsi perché ha appena iniziato ma può arrivare a ottimi livelli. Essere Mamma Drag vuol dire essere una madre artistica, consigliare sui look e sulle parrucche, per il tuo fisico e il tuo personaggio. Man mano la segui nel suo percorso ed è molto bello vederla sbocciare, è molto figo. Il mondo Drag è un mondo colorato e di felicità, avere una drag per un concorso o per un evento è una gioia. Per me essere Drag vuol dire sfogare la creatività che ho dentro e che riesco a portare all'esterno".
"Ci tenevo a dire – conclude Lucrezia Borkia – che per me Elisabetta, la mamma di Octavia, è una supereroina, lo è tutta la famiglia di Octavia ma lei in particolare, perché avere una mamma che ti segue, che ti supporta, è molto importante per noi, ci fa sentire protette, sicure".
"Il Mondo Drag per me è stato un approdo dopo un grave lutto in famiglia – prosegue Lucrezia – arrivo dal mondo del teatro e delle performance, ma il Drag mi ha dato una sicurezza in me stesso che prima non avevo, è una forma d'arte molto complessa".