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Doveva incontrare una donna ma ha sbagliato scala e porta: per questo Lorenzo è stato ucciso a Mestre

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Venezia, Lorenzo Nardelli, il 32enne massacrato in un condominio di Mestre lo scorso 8 agosto, aveva un appuntamento con una escort quella sera. Ma ha sbagliato scala e porta e ha incontrato due cugini moldavi che, scambiandolo per un ladro, lo hanno ucciso con calci e pugni.
A cura di Ida Artiaco
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Doveva incontrare una donna, probabilmente una escort, ma ha sbagliato porta e si è ritrovato davanti due cugini moldavi che l'hanno ucciso a calci e pugni. Continuano le indagini da parte degli inquirenti per cercare di ricostruire l'esatta dinamica dell'omicidio di Lorenzo Nardelli, il 32enne massacrato a Mestre lo scorso 8 agosto.

È quanto sarebbe emerso dall'analisi dei tabulati telefonici dei cellulari dei moldavi, Radu e Marin Rasu, rispettivamente 32 e 35 anni, e del giovane che abitava a Santa Maria di Sala e che ha permesso di stabilire che Lorenzo non era lì per rubare, come pensavano i due presunti killer, e che, soprattutto, non conosceva i suoi assassini. Quindi questi non gli hanno teso una trappola come invece ha sostenuto in sede di convalida d’arresto il gip Scaramuzza.

È tutto negli atti della Procura, depositati in questi giorni, in vista dell’udienza dell’8 settembre, davanti al Tribunale del riesame, a cui si sono rivolti i difensori dei Rusu, gli avvocati Giorgio Pietramala e Jacopo Trevisan.

La vittima, dunque, secondo quanto ricostruito dagli uomini della Squadra mobile di Venezia, pare avesse un appuntamento nel palazzo di via Rampa Cavalcavia dove poi è stato ucciso. Solo che invece di imboccare la "scala A", una volta entrato nell'edificio, è salito lungo la "scala B".

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L'appartamento della ragazza si trova, infatti, esattamente sullo stesso piano, al terzo, nella stessa posizione, ma ai lati opposti di quella dei due cugini moldavi, a cui, per una tragica casualità, Lorenzo si è avvicinato dopo aver notato che la porta era aperta, forse lasciata socchiusa per una dimenticanza.

È entrato pensando di incontrare la escort e invece ha trovato i due uomini, che stavano cenando ed erano un po' alticci. Il 32enne se ne è andato ma è stato inseguito dai due, che, scambiandolo per un ladro, lo hanno raggiunto nei pressi dell’ascensore, all’interno del quale lo hanno pestato a sangue uccidendolo.

Gli inquirenti sono arrivati alla donna attraverso l'analisi delle chiamate ricevute e fatte dal telefonino della vittima. Oltre a questo ci sono diversi messaggi che i due si sono scambiati su Whatsapp quella sera prima e al momento dell’arrivo del 32enne in via Rampa Cavalcavia. La escort, sentita in Questura, ha poi confermato che Lorenzo sarebbe dovuto andare da lei per un appuntamento. Era la prima volta che si incontravano. Sarebbe stata lei ad aprirgli il portone d'ingresso, specificando di trovarsi alla "scala A" dell'edificio. Che tuttavia il giovane non ha mai imboccato.

"Questa notizia è sconvolgente – ha commentato l’avvocato dei cugini, Giorgio Pietramala – ridimensiona completamente la posizione dei nostri clienti. Riteniamo che non si possa più parlare di omicidio volontario, eventualmente di eccesso di legittima difesa". Tuttavia, per la Procura resta l'accusa di omicidio volontario.

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