Dove sono stati individuati casi di variante indiana Covid in Italia
La temuta variante indiana del Covid circola ormai in 17 paesi in tuto il mondo, lo dicono i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Alcuni casi sono stati individuati anche in Italia e collegati per la maggior parte a viaggi all'estero. Per questo, nei giorni scorsi è stata firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, una ordinanza che che vieta l'ingresso, da qualsiasi punto di confine, a chi negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato o transitato in India, Bangladesh e Sri Lanka, dove la situazione epidemiologica è in peggioramento. Ecco, di seguito, le regioni in cui è stata confermata la presenza di casi di variante indiana, la B.1.617.
La prima regione italiana in cui sono stati individuati casi di variante indiana è stato il Veneto. Si tratta di un padre e della figlia, residenti a Vallaverla, i quali sono risultati positivi alla mutazione dopo aver partecipato al pellegrinaggio induista di Kumbh Mela, in India. I contagiati non hanno trasmesso il virus ai familiari. Nessuna conferma, invece, sui due presunti infetti di Venezia. Nel Lazio sono saliti a 86 i positivi tra gli oltre 200 passeggeri atterrato da Nuova Delhi all'aeroporto di Roma Fiumicino lo scorso 29 aprile. All'arrivo erano risultati infetti 23 di loro, altri 62 si sono positivizzati durante la quarantena presso un Covid hotel della Capitale. Nello screening effettuato in aeroporto dalle squadre USCAR della Regione Lazio soltanto uno, ha fatto sapere l'Istituto Spallanzani, è riconducibile alla variante indiana B.1.617. Altri dieci casi circa erano collegati ad altri ceppi e varianti. Adesso verranno analizzati e sequenziati anche i campioni biologici dei 63 nuovi positivi, sempre con l'obiettivo di individuare, eventualmente, casi di variante indiana.
Infine, anche in Puglia sono stati isolati due casi di variante indiana, precisamente in Salento. Si tratta di due residenti originari dell'India, che erano rientrati in aereo la scorsa settimana. All'arrivo in Italia erano negativi ma hanno poi sviluppato i sintomi della malattia e sono stati sottoposti a tampone. La conferma è arrivata poi dall’Istituto sperimentale zooprofilattico di Puglia e Basilicata, che ha proceduto al sequenziamento del virus. "Questo significa – ha spiegato l’assessore alla Salute Pier Luigi Lopalco – che si possono analizzare più dettagliatamente le caratteristiche della variante e soprattutto si può verificare l’efficacia dei vaccini nei confronti di questa variante.La Puglia mette a disposizione della comunità scientifica internazionale il virus isolato in laboratorio. Tutti i contatti di questi casi sono stati già individuati dal dipartimento di prevenzione e messi in quarantena. È molto importante aver isolato il virus perché questo permetterà di approfondire gli studi sulla capacità dell’immunità vaccinale di bloccare anche questa variante. La Puglia mette a disposizione della comunità scientifica internazionale il virus isolato in laboratorio".