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La morte di Liliana Resinovich

Dove è stata Liliana Resinovich dopo la sua scomparsa? Qualcuno l’ha nascosta?

Secondo la consulenza medico legale, Liliana Resinovich sarebbe morta solamente 2-3 giorni prima del ritrovamento. Dove è stata fino a quel momento?
A cura di Anna Vagli
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Secondo le risultanze medico-legali Liliana Resinovich si sarebbe tolta la vita. E lo avrebbe fatto 2-3 giorni prima del rinvenimento del corpo. Caso chiuso? È ancora troppo difficile dirlo. Capiamo perché.

Il giorno della morte

La consulenza medico legale disposta dalla Procura non solo lascia molti dubbi sulla causa di morte di Liliana Resinovich, ma apre un altro discutibile scenario.

Secondo i consulenti della pubblica accusa, difatti, Lilli sarebbe morta solamente 2-3 giorni prima del ritrovamento avvenuto il 5 gennaio scorso.

Ma la donna era scomparsa dalla sua abitazione il 14 dicembre 2021. Quindi, se così fosse, il suo decesso sarebbe intervenuto il 2 o il 3 gennaio 2022.

Una circostanza del tutto anomala che l’organo requirente dovrà chiarire. Dove sarebbe stata Liliana per tutto quel tempo?

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Ricordiamoci che era uscita dalla propria abitazione senza soldi, senza i suoi cellulari, documenti e senza Greenpass. Che, in quel periodo dell’anno, era ancora un certificato indispensabile per salire sui mezzi e svolgere qualsiasi tipo di attività, come quella del ristoro, in locali chiusi.

Per giunta, sarebbe rimasta vestita con i soliti indumenti della mattina della scomparsa e, come ultima colazione, avrebbe ingerito il medesimo cibo. Incluso il multivitaminico.

Liliana era una donna scomparsa, le ricerche erano attive, le persone venivano sentite e telecamere e giornalisti imperversavano per le strade di Trieste.

Chi mai poteva nascondere la donna? Assumersi un rischio di tale portata senza farsi scoprire? Un’ ipotesi che, francamente, è poco rispondente ai principi della logica.

E allora da dove ripartire? Come già avevo specificato dalla ripetizione o, al massimo, da un’integrazione dell’esame autoptico. Un’attività che più che mai si rende oggi indispensabile, considerato il nuovo interrogativo che la consulenza del Pm ha lasciato.

Se Lilli è morta solamente due-tre giorni prima del ritrovamento, dove è stata per tutti quei giorni? Dello stesso avviso sembra essere anche il marito Sebastiano.

Che, però, ha ribadito per l'ennesima volta che la sua relazione con Liliana era idilliaca. Quest'ultima affermazione, però, è stata smentita non soltanto da Claudio Sterpin, l'amico speciale, ma anche dalle ricerche sui telefonini.

La Resinovich voleva divorziare dal marito. E cercava di capire come farlo tramite google.

In proposito, si è pronunciato ieri anche uno dei consulenti di Sergio Resinovich. Quest'ultima ha infatti sottolineato come "Vi sono una pluralità di dati, sia tecnici che circostanziali, che sicuramente possono sovvertire quanto sostenuto dall'esperto". Lasciando quindi presumere la fondatezza delle considerazioni fino ad ora espletate.

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)

Gli esami tossicologici

Per quel che attiene gli esami tossicologici sono state testate in laboratorio ben 700 sostanze. Nessuna di esse è stata ingerita da Liliana. In questo senso, dobbiamo tener presente che Lilli non era un medico né un biologo.

Così come non lo erano le persone a lei vicine. Di conseguenza, se qualcuno le ha fatto del male è ragionevole ritenere che abbia fatto ricorso a sostanze facilmente reperibili in commercio.

E allora la domanda successiva che dovrebbero porsi gli inquirenti è la seguente. Esistono sostanze potenzialmente mortali che possono non essere rilevate o rilevate con maggior difficoltà in sede tossicologica?

La risposta è affermativa e riguarda, ad esempio, l’eccesso nell’assunzione di un farmaco come l’insulina. La cui somministrazione in dose eccessiva può essere la causa proprio dello scompenso cardiaco acuto. Questo spiegherebbe il mancato rinvenimento di segni riconducibili ad una grave insufficienza respiratoria.

Il giallo relativo alla morte di Liliana Resinovich è ancora lontano dalla risoluzione.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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