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Covid 19

Dottoressa racconta: “Ennesimo paziente intubato in terapia intensiva. Non si era voluto vaccinare”

Il racconto della dottoressa Michela Rauseo, rianimatrice degli Ospedali Riuniti di Foggia: “Il paziente andava intubato. Ma prima di procedere, una domanda al volo tra tante: ‘Ma lei ha fatto il vaccino?’. Attraverso la maschera della NIV, un affannato ‘NO’. Dall’altra parte noi ‘E perché non l’ha fatto?’. ‘Perchè no'”. L’uomo aveva una polmonite “devastante”.
A cura di Davide Falcioni
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I ricoverati per Covid negli ospedali italiani sono prevalentemente non vaccinati: lo riferiscono i medici di molti nosocomi e a confermare i rischi che si corrono è stato nei giorni scorsi anche il presidente dell'Istituto Superiore della Sanità Silvio Brusaferro: "Sappiamo che nei vaccinati con ciclo completo le probabilità di infettarsi e sviluppare la malattia grave si riducono fortemente. Mentre invece sulle persone non protette dal vaccino o che hanno ricevuto una sola dose, gli effetti del virus possono essere severi". "Effetti severi" che si stanno manifestando in decine di casi, dopo un periodo di relativa calma. A testimoniarlo, dalla prima linea di un reparto di terapia intensiva, è stata anche la dottoressa Michela Rauseo, rianimatrice degli Ospedali Riuniti di Foggia che in questi 16 mesi di pandemia ha più volte raccontato la gravità della situazione.

In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook la dottoressa Rauseo ha scritto: "Ci eravamo rilassati nell’ultimo mese e mezzo, avevamo ripreso a lavorare con i malati di sempre, ripreso le sale operatorie, ripreso la quotidianità indaffarata di anestesisti rianimatori. Ieri pomeriggio, di guardia, io e uno dei colleghi con cui abbiamo condiviso tutte le ondate pandemiche, riceviamo una chiamata da un collega delle malattie infettive. ‘Il Signor G. sta andando male in NIV, dovreste venire a valutarlo'. A quel punto si ghiaccia il sangue, si fa silenzio nel caos di un pomeriggio d’estate. ‘Ci risiamo'".

La dottoressa Rauseo si è quindi preparata indossando i dispositivi di protezione per poi recarsi dal paziente, sofferente e con una "polmonite devastante". "Sguardo di intesa, senza parole, era evidente: andava intubato. Ma prima di procedere, una domanda al volo tra tante: ‘G. ma lei ha fatto il vaccino?'. Attraverso la maschera della NIV, un affannato ‘NO'. Dall’altra parte noi ‘E perché non l'ha fatto?'. ‘Perchè no'. G. è stato intubato. Scienza e coscienza al servizio di chi soffre. Diritto alle cure. E una macchina, la nostra, che prontamente torna ad ingranaggi veloci, perché dal Covid non si scappa, e a volte manco ci si salva. Non ci si salva sopratutto se si persevera nel rifiuto dell’unica arma utile, il vaccino. A me non interessano le vostre teorie negazioniste, potrete usare qualsiasi tipo di spiegazione, arrampicarvi su qualsiasi tipo di controindicazione, manifestare il vostro inutile e ignorante dissenso: il Covid vi stupirà".

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