Dottoressa aggredita e insultata a Udine: “Quasi strangolata dall’accompagnatore di un paziente”
"Fare il medico … c’è chi dice che è una vocazione e lo è sicuramente, ma è altrettanto certo che al giorno d’oggi è una sfida, soprattutto in contesti come la guardia medica". Comincia così il lungo post condiviso su Facebook e Instagram da Giada Aveni, dottoressa 30enne, che ha denunciato l'aggressione subita dalla collega Adelaide Andriani, specializzanda in Chirurgia generale, lo scorso sabato 7 gennaio all'esterno della Guardia Medica di Udine.
A metterle letteralmente le mani sul collo, al punto da farle pensare che sarebbe morta soffocata, l'accompagnatore di un paziente. "Non è possibile – si legge ancora nel post – che un medico nell’esercizio delle proprie funzioni venga aggredito per aver invitato un paziente, dopo avergli prestato le cure ritenute opportune, a recarsi in pronto soccorso nel suo interesse; non è ammissibile rischiare la propria vita sul posto di lavoro perché non si è abbastanza tutelati, perché spesso il medico di continuità assistenziale viene considerato un medico di serie B".
A quanto pare, inoltre, non è neanche la prima aggressione che subisce. "Ricordatevi che dietro il camice ci sono prima di tutto persone e non esiste che un essere umano aggredisca un altro essere umano, un medico (peraltro pubblico ufficiale) attentando alla sua vita, senza contare gli insulti e le minacce – conclude la collega nel post -. Faccio appello a che questo post si diffonda perché non posso pensare che un’altra persona ancora, dopo la mia collega, rischi di essere strangolata dall’accompagnatore di un paziente o da chicchessia! Non deve esistere che una persona, un medico venga ingiuriato e minacciato fisicamente e verbalmente come è successo alla sottoscritta!! Chiediamo più tutela nello svolgimento del nostro lavoro! Finchè non ti succede, non ti rendi conto che una volta è andata bene ma non è detto che sia così anche la prossima".
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. "Sono profondamente indignato – ha affermato in un tweet -. La violenza e l’intimidazione che ha dovuto affrontare la giovane medico specializzanda sono inammissibili e non devono essere tollerate in nessuna forma. I medici sono al servizio della nostra comunità e meritano rispetto e gratitudine per il loro lavoro indispensabile. Prenderemo tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei nostri operatori sanitari. Condanno con forza questo comportamento riprovevole".