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Dopo una lite tra bambini la maestra improvvisa lezione di educazione sessuale: licenziata

Dopo una lite tra bambini con insulti di stampo sessuale, l’insegnante aveva deciso di fare una lezione di educazione sessuale per insegnare ai suoi studenti il significato delle offese usate durante la discussione. La docente di Cesena è stata licenziata.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva improvvisato una lezione di educazione sessuale in classe dopo una lite tra alunni che si erano insultati usando epiteti di natura sessuale. La maestra aveva quindi deciso di organizzare la lezione per insegnare ai suoi bambini la portata delle offese verbali usate, ma la sua iniziativa le è costata il licenziamento.

Il tutto è accaduto in una scuola primaria di Cesena, in Romagna, e ora la sezione Lavoro della Cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado, impugnata senza successo dalla docente. La Cassazione ha dato ragione al ministero dell'Istruzione che aveva liquidato la docente.

L'insegnante si era prima opposta alla decisione del ministero, sostenendo di non essere stata informata in modo adeguato sugli atti alla base della contestazione disciplinare e mettendo in dubbio la validità delle prove (tra le quali alcune dichiarazioni degli adulti coinvolti), ma i giudici in primo e in secondo grado dal Tribunale di Forlì e della Corte d'Appello di Bologna le avevano dato torto, asserendo che avesse affrontato "un tema delicato senza confrontarsi con i colleghi".

Secondo i giudici, l'atteggiamento dell'insegnante avrebbe "provocato grave turbamento e disagio" nei bambini. Alcuni alunni, infatti, avrebbero raccontato l'accaduto ai genitori che si sono poi recati nell'ufficio della preside della scuola.

Secondo le sentenze di merito, la docente si era "addentrata in una tematica delicata" dopo la discussione tra i bambini "senza pianificazione o coordinamento con le altre maestre" in una classe nella quale era arrivata da poco. Il nome della maestra è anche stato cancellato dalle graduatorie. La sentenza dei giudici è stata festeggiata dall'associazione Pro Vita, che sostiene che la sessualità e l'affettività siano " argomenti che a scuola non si possono affrontare".

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