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Covid 19

Dopo proteste No Green Pass a Trieste paura zona gialla: contagi da record, tra i più alti d’Europa

Quali sono le province italiane in cui i casi Covid stanno aumento rapidamente? Al primo posto c’è Trieste, dove l’incidenza è arrivata a quota 499 casi per 100mila abitanti, circa otto volte la media italiana e tra le più alte in Europa, complici le proteste No Green pass dei giorni scorsi: paura per la zona gialla. Attenzione anche a Bolzano e Gorizia, ma anche a Catania e Messina.
A cura di Ida Artiaco
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Le proteste No Green pass di metà ottobre stanno costando care alla città e alla provincia di Trieste, dove negli ultimi giorni si è registrato un boom di nuovi casi (solo ieri ce ne sono stati 311 su un totale di 438 in tutto il Friuli Venezia Giulia), ma anche dei ricoveri, che fanno segnare in una settimana il +10% solo nei reparti di terapia intensiva. Da record anche l'incidenza, arrivata a quota 499 casi per 100mila abitanti, circa otto volte la media italiana e tra le più alte in Europa. Basti pensare che in tutta la Germania, dove pure le infezioni sono in rapido aumento, quest'ultima è pari a 201,1 casi per 100mila abitanti. Come riferisce il quotidiano Il Piccolo, oggi in città ci sono più del doppio dei contagi di Bergamo a marzo 2020. E per il sindaco, Roberto Dipiazza, la causa di questa situazione, che potrebbe presto spingere l'intera regione in zona gialla, non è che attribuibile alle manifestazioni dei giorni scorsi.

Per il sindaco Dipiazza sarebbe "un dramma tornare in zona gialla"

"Purtroppo abbiamo queste manifestazioni che hanno fatto crescere in maniera esponenziale i contagi da Coronavirus, oltre al fatto che un terzo della popolazione non si è vaccinata. Venerdì ho fatto la terza dose – sto benissimo – e adesso sto invitando tutti i cittadini che non l'hanno ancora fatto a vaccinarsi. Guai se dovessero tornare le chiusure, sotto il punto di vista economico sarebbe un vero disastro", ha spiegato all'AdKronos il primo cittadino, aggiungendo che "dopo quello che ho fatto in tanti mesi per far avanzare la città, non oso immaginare se dovessimo entrare in zona rossa, arancione ma anche banalmente in zona gialla: sarebbe un dramma. Dobbiamo dire chiaramente che la gente deve vaccinarsi. Anzi bisognerebbe ricorrere all'obbligo, è questo quello che non sappiamo fare in questo Paese".

Casi in aumento anche a Gorizia e Bolzano

A preoccupare è anche la anche la situazione Covid a Bolzano. Qui l'incidenza è arrivata a 243 casi ogni 100mila abitanti e lo spettro della zona gialla sembra avvicinarsi sempre di più, al punto che i primi mercatini in programma per le feste natalizie stanno già cominciando a gettare la spugna, come quello di Piazza Gries e il mercatino di Europa-Novacella dell’associazione "Four You". Nelle strutture ospedaliere calano i ricoveri ordinari ma crescono i posti letto occupati in terapia intensiva, mentre la provincia autonoma resta ultima in Italia per tasso di vaccinazione. Allarme rosso anche a Gorizia, dove l'incidenza è pari a 188 casi ogni 100mila abitanti. "Sabato prossimo qui è attesa la manifestazione No Green Pass. Temiamo un picco di contagi", ha detto il sindaco Rodolfo Ziberna, il quale ha aggiunto: "Mi auguro che si svolga non con quei risvolti sgradevolissimi, esecrabili registrati a Trieste" aggiunge, sottolineando il legame tra la crescita dei positivi e le manifestazioni no green pass di Trieste, per cui parla di "fanatismo pericoloso".

Le altre province italiane dove i contagi stano crescendo rapidamente

Se gli occhi sono tutti puntati sul Nord Est, ci sono anche altre province italiane meritevoli di attenzione dopo l'aumento significativo di nuovi casi. In primis in Sicilia: in provincia di Catania l'incidenza è arrivata a 106 casi ogni 100mila abitanti, mentre a Messina è pari a 102. La regione si è piazzata ieri al quinto posto per numero di contagi giornalieri (+416 per un tasso di positività al 2,6%). A trainare i contagi in questo caso sarebbero i più piccoli: Secondo l'ultimo bollettino regionale, i casi tra i bambini da 6 a 10 anni sono stati 180, ovvero 80 ogni centomila, contro la media regionale di 51.

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