Dopo lo stop al duello tv Vespa ricorda Santoro e Berlusconi: “Era questo il pluralismo da seguire?”
Dopo lo stop al faccia a faccia televisivo tra Meloni e Schlein, Bruno Vespa non ci sta. A Cinque minuti il giornalista che avrebbe dovuto ospitare le due leader nel suo salotto televisivo si lancia in un editoriale contro la decisione di annullare il duello al femminile a causa del parere negativo dell'Agcom.
"Siamo andati a rinfrescarci la memoria con le elezioni politiche del 2001. Anche allora c'era la par condicio e il centrosinistra era al potere. Proponemmo una doppia prima serata a Porta a Porta, una con Berlusconi e una con Francesco Rutelli che era candidato come lui a Palazzo Chigi. Ci furono negate, al tempo stesso sulle tre reti Rai andava in onda questo". Seguono le immagini degli attacchi di Marco Travaglio, ospite di Daniele Luttazzi, nei confronti di Silvio Berlusconi e ancora alcuni episodi delle trasmissioni di Michele Santoro, anch'esse incentrate sulle inchieste attorno al fondatore di Forza Italia.
Il conduttore di Porta a Porta ricorda poi la puntata del "Fatto", il talk allora condotto da Enzo Biagi, mandata in onda tre giorni prima delle elezioni del 2001. Ospite il comico Roberto Benigni che in quell'occasione indirizzò la sua satira soprattutto nei confronti di Berlusconi. "Come sappiamo Berlusconi vinse le elezioni ma quella campagna televisiva gli costò da 1 a 3 milioni di voti. Cossiga definì un crimine politico una delle trasmissioni di Santoro. Questo è il pluralismo a cui dobbiamo fare riferimento? È una domanda per tutti", conclude Vespa. Poco prima ai microfoni del Tg1 il giornalista aveva dichiarato:"Due donne. Per la prima volta nella storia d'Italia c'è un Presidente del Consiglio e un capo dell'opposizione donne e non possiamo far incontrare per una serie di cavilli burocratici. Pluralismo? E lo venite a dire a noi? Misuriamo pure i respiri per essere nella legge tanto da diventare perfino ridicoli tante volte."
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avrebbe dato il via libera al confronto televisivo, programmato per il 23 maggio solo se questo fosse stato "accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento". L'ok da parte delle altre forze politiche non è arrivato e così i vertici di Viale Mazzini hanno deciso di annullare il dibattito tra le due leader.
Solo quattro delle liste rappresentate in Parlamento infatti, hanno accolto l'invito della Rai a un confronto a due tra i diversi capi di partito a seconda della loro forza rappresentativa. "Per questo motivo – ha comunicato l'emittente di servizio pubblico in una nota – in assenza della maggioranza richiesta dall'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto nei termini precedentemente proposti. Il Servizio Pubblico continuerà a garantire, come ha sempre fatto, il rispetto della Par Condicio nei notiziari e nei programmi di approfondimento con l'equilibrio e la correttezza riconosciuti dalla stessa Autorità".