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Dopo la violenza il tribunale le toglie anche i figli: “Ho sbagliato, ma torneranno da me”

Paola, 36 anni e 3 figli, si vede togliere i più piccoli dal tribunale dopo aver subito una grave violenza dal padre di uno di loro. Gli consente di vederlo e lui, ubriaco e drogato, la prende a testate, le spacca il naso e le conficca un paio di forbici nel braccio.
A cura di Gianluca Orrù
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Paola, 36 anni, madre di 3 bambini
Paola, 36 anni, madre di 3 bambini

Sembra una vicenda paradossale, ma dietro al paradosso si nasconde l'errore di una madre che, tormentata dalle richieste del padre violento del figlio più piccolo che vuole vederlo, gli consente di farlo ma non in un luogo neutro, bensì a casa. L'uomo, presentatosi al domicilio in condizioni pietose, colpisce Paola con diverse testate, spaccandole il naso (30 giorni di prognosi), e prosegue nella violenza sbattendole la testa contro l'armadio e conficcandole un paio di forbici nel braccio.

Paola, nome di fantasia usato per proteggere la sua identità, aveva già denunciato l'uomo per violenza domestica nel 2019 e, a seguito della denuncia, aveva vissuto in comunità con i suoi tre figli (4, 8 e 14 anni), avuti da tre uomini diversi, per un anno e due mesi. Vivere in comunità è dura, racconta lei, per questo ne cambiano parecchie: "Quella in comunità non è vita – spiega a Fanpage.it – è una specie di prigione, senza privacy, con costrizioni sugli orari, con l'obbligo di mangiare ciò che ti sottopongono, siamo andati via appena abbiamo potuto".

I fatti cominciano nel 2019, quando Paola apre la porta di casa e si trova di fronte i carabinieri con un cane antidroga. A seguito di una segnalazione, i carabinieri procedono a una perquisizione e trovano nell'appartamento circa 50 grammi di hashish di proprietà del padre del figlio più piccolo che all'epoca viveva con loro, nascosti in un'intercapedine. Al "fumo", per uso personale, si somma una denuncia precedente per violenze che la donna ha fatto all'uomo e che costringe Paola e i bambini a vivere in comunità per oltre un anno. Una volta rientrati a casa, questa volta soli, cominciano le insistenze dell'ormai ex compagno, che spinge per vedere il piccolo. Paola acconsente e questo è un errore che le costerà molto caro: dopo un paio di incontri andati bene, al terzo l'uomo dà in escandescenze, complice l'abuso di alcool e cocaina. Paola comprende che la situazione è drammatica e invita il più grande a fuggire insieme ai fratellini e a chiamare la polizia. Paola finisce in ospedale e dopo una settimana i servizi sociali le portano via tutti e tre i figli. Il più grande, 14 anni, scappa dalla comunità e non si fa trovare per 4 mesi. Una volta rientrato a casa dalla mamma il tribunale acconsente a farlo vivere lì, ma per i più piccoli non c'è niente da fare: per i giudici e gli assistenti sociali Paola, con il suo errore, ha messo in pericolo i bambini e deve dimostrare di essere cambiata, di rispettare le decisioni dei giudici che, nello specifico, le impongono di far incontrare il figlio con il padre violento solo in un luogo neutro, non nella casa in cui vivono.

Marco Milan, l'avvocato di Paola
Marco Milan, l'avvocato di Paola

Adesso Paola sta subendo una lunga separazione dai più piccoli, 8 e 4 anni, che vivono in una comunità lontana oltre 150 chilometri dal luogo di residenza di Paola, che può vederli una volta alla settimana in un luogo sicuro, a metà strada tra la comunità e casa sua: "Il piccolo piange sempre e si attacca alla gamba quando mi vede – racconta tra le lacrime – mentre quello di 8 anni mi chiede perché il grande può stare con me e loro no. Capisco cosa stanno facendo i giudici, ma i miei figli mi mancano troppo e li rivoglio a casa al più presto".

"Paola sta dimostrando che è una buona madre e una brava donna – racconta Marco Milan, il suo avvocato – e a testa alta sta affrontando un percorso molto lungo e molto duro. Siamo sicuri che presto potrà riabbracciare i suoi bambini".

I rapporti che hanno scritto gli assistenti sociali, uno ogni 2 mesi, sono buoni e per ora ne hanno redatti due, che non bastano per convincere i giudici. Ce ne vorranno almeno altri due o tre per avviare le fasi successive di riavvicinamento e consentire a Paola di riabbracciare i suoi bambini e per metabolizzare una lezione durissima per una madre che ha subito gravissime violenze.

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