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Donne chiamate a pulire il Santuario, la storia dietro l’invito del prete di Balsorano

Ha fatto scalpore l’invito del parroco di Balsorano (L’Aquila) alle donne a recarsi al Santuario per pulire dopo gli “esercizi spirituali” degli uomini. Fanpage.it ha ascoltato alcuni cittadini per ricostruire la vicenda.
A cura di Nico Falco
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Ma, secondo lei, qui le donne vanno veramente a pulire lo sporco lasciato dagli uomini? Guardi, le rispondo direttamente: l’uomo era servito e riverito 50 anni fa, oggi i lavori domestici li facciamo tutti. Anche a Balsorano, ci mancherebbe. E nessuno si permetterebbe nemmeno di pensare che certe faccende spettino alle donne”. Davanti a un supermercato, sorridendo, ci pensa proprio una donna a mettere le cose in chiaro. Eppure, quell’avviso pubblicato dal sacerdote sembra non lasciare dubbi: “Si invitano le donne che lo desiderano a salire a Sant’Angelo sabato 14 maggio per pulire i locali del santuario dopo l’esperienza degli esercizi spirituali per uomini”.

La vicenda è quella che ha conquistato il clamore mediatico a suon di condivisioni, che è diventata praticamente un caso nazionale e un brutto, bruttissimo esempio di discriminazione. Ma la situazione, stando a quello che raccontano i cittadini e soprattutto le cittadine (e che hanno sostenuto dal primo momento i diretti interessati) sembra essere diversa, e nemmeno poco. Storia strana, questa che arriva da Balsorano, nella sconfinata provincia dell’Aquila, a un passo dal confine col Lazio. Poco più di 3mila abitanti, per metà arroccato su una montagna, uno splendido castello che strizza l’occhio a chi percorre la superstrada. Abbastanza per pensare a quei paesini da mille e quattro, quasi mille e cinque, a Troisi e Benigni che superano un passaggio a livello e finiscono a perdersi in calzamaglie troppo scomode. Ma Balsorano non è Frittole e don Silvano Casciotti, che ha firmato quell’avviso (e che poi si è visto costretto a scusarsi, anzi a chiedere perdono) di certo non è Savonarola.

Donne invitate a pulire il Santuario dopo esercizi spirituali degli uomini

Ma partiamo dal principio. Anzi, da prima ancora. Questa storia nasce una manciata di giorni fa, quando un profilo anonimo (poi chiuso) ripubblica l’annuncio comparso sulla bacheca del Santuario Sant’Angelo e fa notare quanto appaia sessista quella “chiamata” rivolta alle donne del paese. Chi ci sia dietro quell’account, non è dato sapere. Ma, si vocifera, sarebbe qualcuno che quel posto lo conosce bene, così come le sue tradizioni. Eh, già. Perché dietro questo invito a pulire (che sicuramente suona assurdo a chi non è del posto) a quanto pare c'è tutt’altro.

"È una cosa della nostra storia, del Medioevo – spiegano a Fanpage.it davanti a un ristorante – so' storie della nostra tradizione". C'è una leggenda che ha per protagonista un giovane che, dopo essersi opposto al signore feudale per proteggere la sua fidanzata, dovette scappare dal paese per rifugiarsi in una grotta sulle montagne, proprio nel posto in cui poi sarebbe nato il Santuario. Un racconto confuso, che chissà quanti pezzi ha perso o preso col passare dei secoli, ma tradizione vuole che, a maggio, per cinque giorni gli uomini del paese raggiungano il Santuario e restino lì a pregare.

Al loro ritorno, è il turno delle donne. Che qualche decennio fa realmente andavano a pulire. Ma oggi, come spiega un’altra ragazza a Fanpage.it, quell’invito è un pretesto: danno ancora una rassettata (e su questo aspetto si potrebbe sicuramente lavorare), ma trovano in pratica già tutto a posto. La giornata diventa quindi un’occasione per stare insieme, con percorso di montagna, via Crucis e pranzo insieme, preparato dal direttorio, per mangiare i “cannaruti di Sant’Angelo”. "Meno male che c'è ‘sto prete nuovo  che ha ripristinato queste vecchie tradizioni – aggiunge – probabilmente ha usato le parole sbagliate, chi non è del posto non poteva capire, ma state pure tranquilli: qui nessuna donna va a fare la schiava degli uomini".

Castello Piccolomini a Balsorano - Foto N. Falco, Fanpage.it
Castello Piccolomini a Balsorano – Foto N. Falco, Fanpage.it

Donne invitate a pulire, il parroco chiede perdono

Il cortocircuito, se così si può chiamarlo, è scattato quando quell’invito ha superato i confini della cittadina abruzzese per finire su Internet che, come è noto, non perdona. Se chi abita nel paese conosce la tradizione (e la riprova è che nessuno s’è mai offeso), è naturale che, leggendo quelle parole, vengano alla mente meccanismi di tutt’altro tipo. E modi di vivere che di certo non fanno parte della tradizione di Balsorano, tant’è che, in vista dell'incontro del 14 maggio, sono state proprio le donne a proporre una raccolta firme per far capire che non c’era stata nessuna discriminazione. E che sarebbe bastato chiederlo a loro per capirlo.

La raccolta firme a Balsorano (foto da Facebook)
La raccolta firme a Balsorano (foto da Facebook)

Come finisce questa storia? Dopo le prime condivisioni il post è stato ripreso anche da diversi influencer, scatenando una reazione a catena. Il profilo Facebook del Santuario è stato invaso da commenti negativi che hanno sepolto quei pochi positivi scritti da chi a Balsorano ci vive, il post di chiarimento della sindaca Antonella Buffone è stato ignorato quando non schernito, e don Silvano, travolto dalle accuse di misoginia e maschilismo (e da una manciata di insulti alla Chiesa, che di certo non sono mancati), nonostante il supporto dei suoi parrocchiani ha dovuto chiedere scusa con un altro messaggio:

Con l’intento di sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, ci scusiamo se le nostre parole possano aver creato fraintendimenti o urtato la sensibilità di qualcuno, non era assolutamente nostra intenzione. A questo proposito pubblichiamo la lettera del nostro Parroco e Rettore del Santuario.

Carissimi tutti,

Eccomi, ecco che vado a far sentire la mia voce dopo tutto quello che avete scritto e ho (con mio grande dolore) letto. Per prima cosa: CHIEDO SCUSA…

Chiedo SCUSA in primis a tutte le donne che hanno percepito come offensive le parole sul manifestino, me ne dispiaccio profondamente, ma vi posso garantire che non c’era minimamente l’intenzione di denigrare o sminuire alcuno.

Chiedo SCUSA a te che non mi conosci, che non conosci la realtà del nostro paesino, a te che ti sei indignato per il mio invito, a te che hai travisato il messaggio.

Chiedo SCUSA per la leggerezza e la fretta con la quale ho scritto l'invito, non specificando nei minimi dettagli le usanze del nostro bel paese e del nostro amato Santuario. Così facendo ho dato giustamente un’impressione errata di quanto è il nostro operato.

Chiedo SCUSA alla mia comunità perché tutto questo ha lasciato trasparire una mentalità (che è lontanissima da me e dal nostro paese) misogina e retrograda. Chi mi conosce può testimoniare, come è stato fatto ovunque in questi giorni, sul mio operato sempre attento agli ultimi, alle uguaglianze, all'apertura mentale verso un mondo sempre più paritario e non discriminatorio. Sono princìpi e valori nei quali credo fermamente e che cerco ogni giorno di mettere al centro della vita, anche parrocchiale.

La nostra parrocchia, come la nostra comunità, è da sempre coesa e collabora con entusiasmo nell’organizzazione della vita religiosa locale, sempre VOLONTARIAMENTE, RECIPROCAMENTE e nel RISPETTO DI TUTTI. Infine, ringrazio tutti per avermi fatto notare con tanta “delicatezza” il mio errore e vi invito a visitare il nostro Santuario rupestre in occasione dei riti rivolti a San Michele, per apprezzare il rispetto e la convivenza di cui è permeata la tradizione di quei luoghi.

Chiedendo PERDONO, umilmente

Don Silvano

Santuario di Sant'Angelo a Balsorano (foto da Facebook)
Santuario di Sant'Angelo a Balsorano (foto da Facebook)
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