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Donna uccisa a San Giovanni Rotondo, l’assassino ricoverato in una struttura psichiatrica

Il 43enne che ieri a San Giovanni Rotondo ha ucciso l’81enne Rachele Covino dopo essersi introdotto nella sua casa in via Sergente Padovano è attualmente ricoverato in una struttura psichiatrica. Continuano le indagini dei carabinieri.
A cura di Davide Falcioni
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F.C., il 43enne che ieri a San Giovanni Rotondo ha ucciso l'81enne Rachele Covino dopo essersi introdotto nella sua casa in via Sergente Padovano, è attualmente ricoverato in una struttura psichiatrica. L'uomo è stato fermato dai carabinieri mentre vagava per le strade di San Giovanni Rotondo completamente nudo e insanguinati. Sarà l'autopsia a chiarire le cause del decesso dell'anziana. In precedenza l’uomo era entrato in un'altra casa dove vivono due donne, che erano tuttavia riuscite a mandarlo via.

Sull'esatta dinamica dell'orrendo delitto sono ancora al lavoro i carabinieri di San Giovanni Rotondo. L'omicidio è stato commesso nel primo pomeriggio di ieri e il movente, ammesso che esista, è al momento ancora ignoto. La vittima e il presunto assassino non avrebbero avuto legami particolari; l'anziana era vedova e aveva due figli. Abitava in una casa al pianterreno non lontana dal centro storico della cittadina pugliese. A scoprire il cadavere sono stati i carabinieri, intervenuti dopo una segnalazione al 112 che parlava di un uomo completamente nudo, non armato, che si aggirava per le strade seminando il panico tra i residenti. In molti hanno filmato la scena e i video sono circolati di chat in chat, diventando subito virali. L'uomo aveva evidenti tracce di sangue su tutto il corpo.

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Ripercorrendo il percorso fatto dal 43enne, i militari dell'Arma hanno scoperto il cadavere dell'anziana che giaceva per terra, nel garage, circondato da macchie di sangue. L'autopsia chiarirà le cause del decesso, ma si ipotizza che la donna abbia avuto una colluttazione con il 43enne e che sia stata strangolata. Si ipotizza che l'uomo abbia sfondato a calci la porta della casa. La donna si sarebbe trovata quindi faccia a faccia con l'assassino e non sarebbe stata assolutamente in grado di difendersi dall'aggressione.

 

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