Orrore a Mestre, donna segregata e violentata per 5 giorni in un palazzo abbandonato

Una nuova storia di violenza arriva da Mestre: una donna di 32 anni è stata violentata per giorni in un vecchio palazzo abbandonato nel centro della città. La vittima per cinque giorni sarebbe rimasta segregata in quel palazzo prima di riuscirsi a liberare e farsi soccorrere. L’hanno trovata ieri, senza abiti, nei pressi dell'edificio abbandonato, in passato sede della Telecom: sarebbe riuscita a scappare approfittando di un momento di distrazione del suo aguzzino. Sono i quotidiani locali a ricostruire quanto accaduto.
I sanitari a cui la giovane donna si è rivolta hanno confermato le violenze subite. Stando alle prime informazioni, un uomo sarebbe già stato bloccato dai Carabinieri: è un coetaneo della vittima, ritenuto l’autore delle violenze.
Il fatto è avvenuto in un palazzo di Mestre inutilizzato da più di dieci anni e sotto i riflettori dopo che è diventato nel tempo rifugio per tossicodipendenti, spacciatori e senza fissa dimora. Grazie alle telecamere pubbliche e private della zona le forze dell’ordine stanno ricostruendo le identità di quanti, in questi cinque giorni, sono entrati nella struttura (in gran parte murata, ma si riesce comunque a entrare) per tentare di accertare eventuali responsabilità da parte di altri individui oltre all'uomo già fermato. Secondo le prime ricostruzioni, infatti, è forte il sospetto che la giovane donna possa essere stata violentata da più persone.
A quanto emerso, le recinzioni del palazzo hanno impedito alla donna di arrivare in strada quando è riuscita a scappare ma scendendo nel giardino ha potuto chiedere aiuto a negozianti della zona e passanti. A quel punto l'aggressore avrebbe anche tentato di riportarla dentro ma l'intervento della Polizia locale e dei Carabinieri ha permesso di mettere in sicurezza lei e bloccare lui.
"Ancora l'orrore di una brutale violenza a una donna, questa volta a Mestre, con una segregazione di cinque giorni. Questo bollettino criminale è ormai quasi quotidiano, ma esorto tutta la comunità civile a non assuefarsi a tali notizie, e a fare sempre più squadra per tentare in tutti i modi di prevenire o impedire un delitto collaborando in ogni modo, anche segnalando situazioni sospette alle Forze dell'Ordine, che in tante occasioni, come in questa, intervengono tempestivamente e riescono ad arrestare il delinquente". A parlare è il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. "A questa donna come a tutte le vittime di questi efferati delitti- ha aggiunto Zaia – rivolgo la mia totale solidarietà, con l'augurio di poter guarire il prima possibile dalle ferite fisiche e da quelle morali e psicologiche". "Ringrazio per il civismo gli avventori di un vicino bar che hanno immediatamente dato l'allarme sentendo le grida della donna e le Forze dell'ordine che sono riuscite a intervenire in tempo per bloccare il violentatore, per il quale, lui come tutti gli altri che si macchiano di tali orrori, chiedo la massima durezza nell'applicazione delle leggi".