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Gioia Tauro. Donna ridotta in schiavitù per 20 anni. Lʼaguzzino si era finto sociologo

Alla donna – 19enne all’epoca dell’inizio delle angherie – gli arrestati avevano fatto credere di essere vicini a figure istituzionali e di aver contatti con le forze dell’ordine e la chiesa. La polizia ha fermato un 70enne e un 55enne accusati di atti persecutori. La vittima sarebbe stata anche costretta ad abortire clandestinamente.
A cura di Biagio Chiariello
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La costringeva a subire ogni tipo di abuso e violenza, sessuale, fisica e psicologica, spacciandosi per un sociologo, “amico” di importanti figure istituzionali, con contatti e relazioni con le forze dell’ordine e la chiesa. Un supplizio che la sventurata, 40 anni, è stata costretta a subire per più di 20 anni. È per questo che R.R., 70 anni, di Cittanova, piccolo paese della Piana di Gioia Tauro, è stato arrestato questa mattina per riduzione in schiavitù. Con lui in manette è finito anche F.R.D., 55 anni, del vicino centro di Polistena: lo avrebbe aiutato perseguitare la vittima quando lei, stanca di abusi, aveva deciso denunciato le angherie. La 40enne sarebbe stata in balìa dei suoi aguzzini, tormentata con violenze d’ogni tipo e poi costretta in modo clandestino anche a un'interruzione di gravidanza.

Violenze fisiche, sessuali e morali

A far scattare le indagini è stata la denuncia della donna. Gli abusi sarebbero stati commessi soprattutto dal 70enne che, dal 1998, avrebbe approfittato della condizione di fragilità psicologica della donna, creando una situazione di soggezione psichica. Allora 19enne, proveniente da una famiglia con difficoltà economiche, ed affetta da anoressia.  L’uomo si era presentato come un sociologo, in grado di poterla curare e aiutare, anche con piccole somme di denaro, finendo per farsi benvolere anche dai genitori e dalla sorella della ragazza. Poco dopo sono iniziati gli abusi e le violenze. Che la donna ha subito sempre in silenzio, soggiogata, fisicamente e psicologicamente, da quell’uomo che si era accreditato come massone, con numerosi agganci tra le forze dell'ordine, la politica, la magistratura e il clero.

Le minacce dopo la denuncia

Dalle indagini è emerso anche che il 70enne, insieme all'altra persona arrestata con l'accusa di stalking, a partire dal 2017 avrebbe seguito in macchina reiteratamente la vittima fino alla sua abitazione e minacciandola anche di morte, quando aveva deciso di denunciare. Avevano controllato ogni suo spostamento, provocandole un perdurante e grave stato di ansia e di paura ed un fondato timore per la propria incolumità. Gli arresti sono stati eseguiti con un'ordinanza emessa dal Gip di Reggio su richiesta della Procura.

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