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Donna muore a 40 anni per una diagnosi di tumore errata: l’Asl dovrà pagare un milione ai familiari

Il Tribunale di Firenze ha condannato l’Asl Toscana Centro a risarcire il marito e i due figli di una donna vittima di un errore nella diagnosi di tumore. L’errore avrebbe privato la paziente della possibilità di curarsi in modo adeguato, con terapie che avrebbero potuto permetterle aspettative di vita più lunghe.
A cura di Susanna Picone
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Il Tribunale civile di Firenze ha condannato l’Asl Toscana Centro a risarcire i familiari di una donna morta a 40 anni in seguito a una diagnosi sbagliata. Verranno risarciti con circa un milione di euro.

A ricostruire la vicenda sono i quotidiani locali: il fatto risale al 2014 quando la paziente, una donna di Empoli, si fa visitare in un ambulatorio specialistico dell’Asl Fucecchio per un piccolo nodulo al seno. Il medico le fa l’agoaspirato e invia il campione al laboratorio per farlo analizzare.

Il laboratorio, stando a quanto ricostruito, sbaglia la diagnosi facendo riferimento a una formazione benigna, quando invece si trattava di una possibile malignità delle cellule, che avrebbe comportato ulteriori esami. Ma visto quanto segnalato dal laboratorio, il medico tranquillizza la paziente e la manda a casa senza procedere con ulteriori esami.

Ma nel giro di pochi mesi la donna la donna si aggrava e solo allora i medici capiscono che il tumore è di origine maligna (e che nel frattempo si è sviluppato con metastasi). Per la donna, nonostante le cure, è ormai troppo tardi. Prima di morire è lei stessa a far causa all’ambulatorio, poi sarà il marito a continuare anche per conto delle due figlie minorenni dopo la sua scomparsa.

Nel procedimento giudiziario il perito incaricato dal giudice ricostruisce quanto accaduto: l’anatomopatologo e il suo staff avevano sbagliato la diagnosi sul campione inducendo in errore il medico che stava curando la paziente. Arriva quindi la decisione del giudice, che pronuncia la sentenza di condanna nei confronti dell’Asl: l’errore medico, a seguito di una diagnosi citologica sbagliata, ha comportato una riduzione della probabilità di sopravvivenza della signora di oltre il 70%.

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