Donna incinta muore dissanguata: era stata “respinta” da due ospedali
A raccontare la tragica vicenda della morte di Manuela Rosselli è La Stampa: una caduta rovinosa contro una porta di vetro, che va in frantumi e le recide l’arteria femorale con un taglio all’altezza dell’inguine dal quale fuoriesce una enorme quantità di sangue. Dopo aver atteso a lungo l’arrivo dell’ambulanza, la donna viene soccorsa da un elicottero che, invece che alle Molinette, la trasporta al pronto soccorso di Cirié, dove i medici la rianimano e tamponano la ferita in modo da rendere possibile il trasferimento nelle strutture specializzate in chirurgia vascolare.
Il racconto che la famiglia rilascia al taccuino di Gianni Giacomino è drammatico: “Inizia una corsa contro il tempo per trovare un’équipe di specialisti «vascolari» pronta ad affrontare l’emergenza. Alle Molinette sono impegnati, al San Giovanni Bosco evidenziano che non è il loro turno per le criticità in arrivo dal 118. Alla fine Manuela Rosselli arriva in ambulanza al Mauriziano. Entra in sala operatoria. «All’una e 18 minuti il medico ci ha comunicato che nostra figlia non c’era più – sospira la madre Maria Rosa – che avevano fatto il possibile, ma la situazione era troppo compromessa»”.
Un dramma enorme per la famiglia, che ora dovrà attendere i risultati dell’autopsia, che chiariranno ulteriormente la dinamica che ha portato alla morte di Manuela e della bambina che portava in grembo. La Procura ha poi aperto una inchiesta per verificare se i protocolli medici sono stati rispettati e se esistono responsabilità degli operatori sulla morte della donna: sotto la lente di ingrandimento dei magistrati, in particolare, i tempi di attesa dei soccorsi ed i “no” dei due ospedali torinesi.
