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Donna disabile picchiata, umiliata e minacciata tra le mura domestiche: in carcere padre, madre e fratello

Sono stati i carabinieri di Partinico a eseguire le misure di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Palermo nei confronti di padre 60enne, madre di 64 anni e fratello 31enne. L’indagine ha preso il via a seguito di una segnalazione da parte degli assistenti sociali che ha permesso di ricostruire uno scenario che i carabinieri definiscono “drammatico”.
A cura di Susanna Picone
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Padre, madre e figlio che finiscono in carcere accusati di aver maltrattato e umiliato la loro figlia e sorella disabile. Siamo in Sicilia, dove oggi i carabinieri di Partinico hanno eseguito un'ordinanza cautelare in carcere del gip di Palermo su richiesta della procura nei confronti dei componenti di una famiglia.

Si tratta appunto del padre sessantenne, la mamma di sessantaquattro anno e il figlio trentunenne: sono accusati di maltrattamenti aggravati in concorso nei confronti della loro figlia e sorella disabile.

L’indagine che ha portato all’arresto dei tre è scattata nel settembre dello scorso anno dopo una segnalazione degli assistenti sociali ed è stato così possibile ricostruire uno scenario familiare apparso "drammatico". La vittima sarebbe stata costretta a occuparsi delle incombenze di casa e avrebbe quotidianamente subito reiterate e gravissime mortificazioni. Dai suoi familiari, tra le mura domestiche, non mancavano neppure minacce di morte.

Padre, madre e fratello l’avrebbero picchiata anche usando dei bastoni, umiliandola e denigrandola. "Un ci diri ca ti cafuddau (non dire che ti ho picchiata ndr)", diceva, non sapendo di essere intercettata, la madre della vittima cercando di convincerla a non rivelare le violenze subite agli inquirenti che stavano per interrogarla. Lei, spaventata, obbediva. "C'è qualche persona con cui parla di più?" , le chiedevano gli inquirenti. "Con mio padre e mia madre. Non ho amici perché mi sono ritirata da scuola e poi non li ho frequentati più. Mi sono ritirata in terza media, volevo aiutare in casa perché non c'erano soldi", rispondeva la donna. Dopo l'interrogatorio i parenti le avrebbero chiesto la sua risposta in merito a una ustione: "Nulla, mi sono bruciata nella vasca". "Non firmare niente se no ti ammazziamo a legnate", continuavano loro.

Per i tre familiari della vittima, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere mentre la donna è stata collocata presso una "casa protetta".

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