“Don M., ricordi quando ti masturbavi tra i cani?” ma il prete serve ancora messa a Isernia
“Don M., ti ricordi quando mi facevi dormire coi tuoi cani e ti masturbavi quando si avvicinavano a me? Spero che tu abbia migliorato il tuo rapporto con gli animali, oltre che coi minorenni”. Parole dure come pietre quelle scritte da Giorgio, un uomo di 34 anni, che ha trovato la forza di denunciare l’inferno vissuto da piccolo.
Giorgio è nato a Lublino, in Polonia, da una famiglia problematica: il padre alcolizzato, violento, quasi assente. E’ solo un bambino quando viene avvicinato da Don M., un sacerdote polacco che comincia a ricoprirlo di attenzioni. Un interesse che nasconde ben altro e a dodici anni cominciano i primi abusi. Dopo poco il prete arriva in Italia, nella diocesi di Isernia, da dove continua a mantenere i contatti con il bambino. Grazie alla fiducia riposta dalla famiglia, il sacerdote riesce a portarlo con sé. In un primo momento per brevi soggiorni vacanza in estate ma, dopo aver ottenuto l’affidamento di Giorgio, Don M lo porta a vivere nella sua parrocchia in Molise.
Tra le mura ecclesiastiche le sopraffazioni continuano, anzi, si moltiplicano. Le punizioni sono al limite del sadismo e il ragazzo è costretto a dormire con i cani, segregato per giorni senza poter uscire dalla parrocchia. Giorgio riesce comunque ad integrarsi: va a scuola e comincia a confidarsi con amici e con altri tre parroci vicini a Don M. Tra questi c’è un esorcista che, invece di fermare l’aguzzino, prova a convincere l’adolescente che gli abusi sono una visione del demonio. Non solo, un altro dei sacerdoti gli avrebbe offerto del denaro per mantenere relazioni sessuali. Già maggiorenne, Giorgio decide di trasferirsi nel nord Italia, cercando di seppellire dietro di sé gli orribili ricordi dei maltrattamenti subiti. Dopo anni di cure capisce che deve togliersi questo peso e contatta l’avvocato Sergio Cavaliere e il movimento “Non abbiate paura”, impegnato nella difesa delle vittime degli abusi sessuali.
A raccontare a Fanpage.it la storia di Giorgio è stato proprio il suo legale che, di fronte alla gravità dei fatti, ha presentato una denuncia alla Procura di Isernia. Cavaliere a giugno dell’anno scorso ha informato anche le autorità ecclesiastiche ma, come ci tiene a sottolineare, da allora nessun provvedimento è stato preso nei confronti dei tre parroci e del diacono che sarebbero coinvolti negli abusi. “Il nostro atto d’accusa – ha ribadito il legale – è rivolto alle curie di Lublino, in Polonia, e di Isernia che non hanno fatto nulla. Da loro ci aspettiamo un segnale che non è ancora giunto”. Il prete accusato degli abusi e gli altri tre prelati continuano ad indossare l’abito talare in altre parrocchie sempre della stessa diocesi in cui si sarebbero consumate le violenze e – come rimarca Cavaliere – sempre a contatto con i bambini.
Ma se la curia tace, la magistratura è al lavoro. Il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, ha assicurato che gli inquirenti sono al lavoro per far completa luce sulla vicenda. “Non rimaniamo di certo inerti di fronte ad una denuncia per pedofilia”, ha dichiarato il magistrato. “La denuncia c’è ed è stata presentata parecchi mesi fa”. Per il resto bocche cucite e nessun altro particolare è emerso dalle indagini. “Abbiamo analizzato la denuncia e crediamo occorra mantenere il massimo riserbo e segretezza vista l’estrema delicatezza della materia”, il commento di Albano.
Il vescovo di Isernia ai primi di gennaio ha ammesso che anche la diocesi sta accertando eventuali responsabilità dei membri della Chiesa. A Giorgio e al suo avvocato non basta e sono intenzionati ad andare fino in fondo. “Alle Diocesi di Isernia, Pescara, Lublino. Vi diamo 10 giorni. I 10 giorni per rimuovere don M., che abusò di me dalla parrocchia con cui è a contatto coi bambini; 10 giorni per rimuovere dalla sua parrocchia nella diocesi di Pescara don R., che mi chiese sesso a pagamento; 10 giorni per rimuovere dalla sua parrocchia l'esorcista don G., che mi disse che i miei abusi erano frutto del demonio; 10 giorni per rimuovere dalla parrocchia don E., che ancora dice di distinguere notizie vere e false e non ci ha mai detto quello che sapeva. Poi faremo nomi e cognomi.” E’ l’ultimatum lanciato da Giorgio alle autorità ecclesiastiche.
Mancano pochi giorni alla scadenza del aut aut e l’avvocato Cavaliere, raggiunto al telefono da Fanpage.it, sta valutando con il suo assistito il momento per rivelare l’identità dei sacerdoti coinvolti nel presunto scandalo di pedofilia. “Non chiedo risarcimenti o vendetta”, scrive Giorgio su Facebook. “Vorrei soltanto che le persone aprissero gli occhi per poter evitare la mia stessa esperienza ad un altro ragazzino”.