Don Francesco Spagnesi: 100mila euro della parrocchia usati per la droga, erano soldi per i poveri
Don Francesco Spagnesi avrebbe impiegato almeno centomila euro di fondi della chiesa dell'Annunciazione alla Castellina, di cui era parroco, per acquistare sostanze stupefacenti: non solo droga dello stupro, che il prete comprava online in Olanda, ma anche cocaina, che veniva fornita da spacciatori della "piazza" pratese e poi consumata insieme ad altre persone che il sacerdote invitava, contattandole su chat e social network. Spagnesi, secondo quanto emerso, avrebbe prelevato il denaro direttamente dai conti correnti della parrocchia almeno fino allo scorso aprile, quando fu tolta la sua firma perché ci si accorse che i fondi si stavano prosciugando: quei soldi erano stati raccolti nel corso degli anni anche attraverso offerte chieste ai parrocchiani da destinare a famiglie in difficoltà a causa del covid.
La notizia dell'arresto di Don Francesco Spagnesi è stata accolta con "dolore e sgomento" dal vescovo di Prato, monsignore Giovanni Nerbini. Il parroco, di 40 anni e che dal 1 settembre scorso aveva lasciato la Parrocchia dell'Annunciazione, è stato posto ai domiciliari dal gip Francesca Scarlatti. Deve rispondere di spaccio e importazione di stupefacenti. Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, il sacerdote toscano avrebbe comprato la droga dall’estero, con consegne tra mezzo e il chilo per volta. Ad aiutarlo un complice laico, anch'egli finito ai domiciliari. Gli inquirenti sarebbero arrivati al religioso proprio dopo aver scoperto il suo aiutante. Secondo la ricostruzione della polizia, il prete utilizzava le offerte dei parrocchiani per comprare la droga che poi usava durante delle feste hard organizzate a casa dell'altro arrestato. I due uomini "reclutavano" i partecipanti ai festini su siti di incontri. "Sono notizie che un padre e Pastore non vorrebbe mai avere – ha commentato monsignor Nerbini – e che colpiscono l'intera Diocesi. In questo momento voglio farmi vicino particolarmente alla comunità parrocchiale della Castellina, condividendone la sofferenza e il disagio".