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Don Evandro come don Camillo, processione contro la piena del Po

Merito del “Cristo parlante” o pura coincidenza, fatto sta che il livello del Grande Fiume ha smesso di crescere proprio dopo la processione.
A cura di B. C.
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Erano le 15.30 di ieri, 18 novembre, quando il parroco Brescello, don Evandro Gherardi, si è incamminato dalla parrocchiale in processione, portando il Cristo “parlante” sino al limite delle acque del Po che hanno allagato la golena. Proprio come nel film di Don Camillo e Peppone, tratti dai romanzi di Giovanni Guareschi. Ma se in quel caso la statua di legno del Cristo in croce era una statua di scena, in questo caso si è trattato di una statua benedetta e a portarla in processione è stato un vero sacerdote. Nel paesino della Bassa reggiana, reso celebre dai due celebri personaggi, la preoccupazione è ancora alta dopo che il Grande Fiume ha superato gli 8 metri sullo zero idrometrico, obbligando a sgomberare circa 250 persone dalla frazione delle Ghiarole. Così ieri pomeriggio Don Evandro, seguita da circa 500 persone, è arrivato sino al punto in cui l’Enza sfocia nel Po e qui il prelato è entrato col Cristo nella golena allagata. Un modo “per pregare per le vittime delle alluvioni – ha spiegato don Gherardi – e chiedere la protezione di Dio per la piena che sta interessando le nostre zone e ci preoccupa”. Sarà un caso, ma  da ieri sera il Grande Fiume ha cominciato lentamente a calare, pur mantenendosi su livelli elevati. “Questi disastri naturali – ha sottolineato il parroco di Brescello – sono colpa anche dell’uomo che sfrutta eccessivamente e in maniera sbagliata il territorio”. Presente alla processione anche il sindaco di Brescello Marcello Coffrini e le autorità locali.

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