“Dodici anni fa ho lasciato l’Italia per vivere a Utrecht: qui ho sentito di poter essere davvero me stessa”
Marika ha 33 anni, è nata e cresciuta in un paesino tra le province di Caserta e Napoli ma 12 anni fa, poco più che 20enne, ha deciso di partire e trasferirsi in Olanda. Oggi vive a Utrecht.
"Sono arrivata qui nel 2012 aggrappandomi con tutte le mie forze a una borsa Erasmus e dicendo ai miei che era obbligatorio per la mia facoltà andare all'estero. – ha raccontato a Fanpage.it -. "Il mio obiettivo è stato sempre quello di andare via perché sono cresciuta in un contesto molto chiuso, nel quale mi sono sempre sentita stretta".
Quando e perché ti sei trasferita in Olanda?
Sono arrivata qui nel 2012 aggrappandomi con tutte le mie forze a una borsa Erasmus e dicendo ai miei genitori che era obbligatorio per la mia facoltà andare all'estero.
Il mio obiettivo è stato sempre quello di andar via perché sono cresciuta in un contesto molto chiuso, nel quale mi sono sempre sentita stretta. Ho concentrato tutte le mie energie sul trasferirmi, anche se a volte penso avrei voluto avere più tempo per pensare a cosa avrei voluto fare da grande.
Se mi guardo indietro, capisco che ho scelto un percorso di studi funzionale a questo obiettivo, senza pensare con cura a che lavoro avrei fatto. Ho studiato Lingue a Napoli, olandese e inglese. Avevo scelto l'olandese per studiare una lingua meno conosciuta, più di nicchia.
Dopo l'Erasmus sono tornata in Italia per concludere gli studi, poi ho vinto una borsa per studiare l'olandese e sono tornata: quella è stata la mia fortuna più grande perché altrimenti non mi sarei mai potuta permettere di vivere qui.
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Come ha reagito la tua famiglia alla decisione di andare via?
Il processo è stato complesso perché i miei genitori non erano mai stati fuori dall'Italia. Hanno provato ad evitarlo per quanto possibile, ma alla fine non ci sono riusciti.
Inizialmente non capivano la mia scelta, ma con il tempo l'hanno accettata e si sono aperti molto di più. Sono venuti anche a trovarmi e non me lo sarei mai aspettato.
Cosa ti piace di Utrecht e dell'Olanda, più in generale?
La città è veramente bellissima, è una piccola Amsterdam ma non ha i suoi lati negativi, come il turismo esagerato. È a misura di uomo e di studente, si possono fare tantissime attività.
Inoltre, ha mantenuto molto l'identità olandese, con le tipiche casette. Ho vissuto un paio di anni anche a Rotterdam, che è la capitale dell'architettura per modernità e innovazione; Utrecht invece è decisamente olandese nelle fattezze.
Mi piace il fatto che qui le persone non ti giudicano, sento di poter essere davvero me stessa. Storicamente il Paese ha sempre avuto a che fare con popolazioni con background diverso, quindi sono molto tolleranti con chi viene da fuori e nessuno sta a guardare cosa fanno gli altri.
Devo dire anche che ci sono tante opportunità lavorative, io ho spesso cambiato impiego. I miei genitori mi dicevano: ‘Ma cosa fai? Ti licenzi?', ma qui per me è stato davvero molto semplice trovare lavoro. Diciamo che un 10% degli impieghi non richiede comunque l'olandese, ma io lo conoscevo quindi non ho avuto particolari difficoltà.
Ho lavorato per 7 anni nell'ambito delle risorse umane, mentre da poco ho cominciato a lavorare nel settore degli eventi culturali. E offro anche corsi di olandese per italiani.
Cosa invece non ti piace?
Come aspetti negativi direi invece che gli olandesi sono molto diretti, forse poco ‘polite', e a volte questa cosa può spiazzare e intimidire un po'. Altra cosa, forse un po' scontata, è il tempo.
Sulle attività infatti il tempo incide molto. Trovo l'estate molto piacevole perché non fa troppo caldo e si sta molto fuori. Appena c'è un po' di sole, le persone si riversano all'esterno. Da ottobre ad aprile/maggio invece si sta molto all'interno, c'è la cultura del pub ma si va anche al cinema e nei musei.
E con il cibo come ti trovi?
Quando sono arrivata qui 12 anni fa l'Olanda era completamente diversa sotto questo aspetto perché non c'erano tanti ristoranti italiani o rivenditori di prodotti. Adesso invece si trova di tutto, ci sono tanti locali e si possono ordinare le cose online.
Anche se il fatto di essere arrivata qui in un periodo in cui il cibo italiano non era così reperibile mi ha anche incoraggiata a imparare a cucinare. Molte cose ora le faccio da me.
Senti la mancanza dell'Italia? Riesci a tornare spesso?
Ovviamente, mi mancano molto aspetti dell'Italia, come la spontaneità dei rapporti umani e la possibilità di stare fuori, così come il cielo azzurro. Qui in Olanda è praticamente sempre coperto. A me piace tornare in Italia, anche se quando lo faccio mi rendo conto di tutte quelle cose che mi hanno spinto a trasferirmi altrove.
Qual è il costo della vita?
C'è stato un vero e proprio capovolgimento dopo l'inizio della guerra in Ucraina. Ricordo che nel 2022 c'è stato un aumento vertiginoso delle bollette, tant'è vero che lo Stato ha dovuto aiutare i cittadini, stanziando fondi per sostenere i costi. In quel periodo io ero in Spagna, sono partita ad aprile e tornata a settembre, ma quando sono rientrata mi sembrava fosse diventato un altro Paese.
Uscivo e la solita birra che pagavo 3,50/4 euro, ne costava 7. Qui però ogni anno gli stipendi vengono adeguati all'inflazione, anche se gli affitti e i prezzi del mercato immobiliare restano impossibili. Si fa fatica da single, ma anche se si è in due e si ha uno stipendio minimo.
Anche perché molte cose che in Italia non sono considerate "di lusso" costano davvero tanto: per esempio, per una ceretta si può arrivare a pagare anche 100 euro, un taglio di capelli tra i 50 e i 70. Quindi, tante cose che facevo in Italia, qui le limito perché hanno un costo esorbitante.
Ci sono tanti italiani e stranieri lì?
Gli italiani in Olanda sono sempre di più, soprattutto dopo la Brexit. Tantissimi sono ad Amsterdam, ma anche a Rotterdam e a Utrecht ci sono molti connazionali. Della presenza massiccia degli stranieri però il governo attuale è un po' preoccupato visto che in Olanda ci sono poche case.
Il Paese ha le stesse dimensioni della Lombardia, ma ci sono 18 milioni di abitanti. Non ci sono tanti appartamenti disponibili e gli studenti fanno fatica a trovare un alloggio. È un problema che il governo sta pensando di risolvere riducendo corsi universitari in inglese per disincentivare l'iscrizione degli studenti da altri Paesi.
A che tipo di persona consiglieresti l'Olanda?
Secondo me, è un Paese ideale per le giovani famiglie, soprattutto se in Italia hanno una situazione poco stabile, perché ci sono le infrastrutture e il welfare. Anche per chi vuole fare carriera, ci sono tantissime opportunità, magari anche per tornare in Italia con l'esperienza fatta qui.
Comunque, lo trovo un Paese adatto un po' a tutti, ma forse di più per chi ha una professionalità più definita, una laurea, perché con un salario di base si fa veramente fatica.
Per esempio, per una persona giovane con una laurea è un ottimo posto per cominciare, ma senza una qualifica e senza la lingua inglese, la vedo difficile. La questione dei salari qui è davvero molto importante. Per chi fa lavori umili gli stipendi sono molto bassi. Non so se farei il salto senza una professione e un profilo definiti.