”Dobbiamo amare i nostri figli come quando sono nati”: al pride di Lecce sfilano anche le mamme
Dopo otto anni di assenza, il 16 luglio 2022 è tornato il Salento Pride nel capoluogo leccese, un evento organizzato da Arcigay Salento, I Sentinelli del Salento, Lobello Records e Ra.Ne. – Rainbow Network APS e fortemente sostenuto dal Comune di Lecce, in particolare dal Sindaco Carlo Salvemini: “la felicità di ciascuno non minaccia la felicità degli altri” ha detto ai microfoni di Fanpage.it. “Manifestazioni come questa hanno il compito di rompere i pregiudizi, liberare le paure e neutralizzare gli istinti di violenza” ha continuato.
Il corteo
La festa è iniziata nel pomeriggio con l’intervento musicale delle “Sorelle Marinetti” e si è poi trasformata in un corteo pieno di colori e musica. Tante le attività proposte, non solo ludiche. L’obiettivo è “rivendicare i diritti fondamentali per tutte le persone”, ha detto Stefano Todisco, fra gli organizzatori dell’adunanza. La manifestazione è stata seguita complessivamente da 3.000 persone, che si sono riversate per le strade e le piazze di Lecce, da Porta Napoli fino in Piazza Pertini, dove si è concluso il percorso. “È brutto che persone come noi debbano avere una manifestazione per far sì che possano essere viste come normali” ha detto una ragazza al centro del corteo, “perché questa è la natura umana”.
A sfilare anche le mamme
“Siamo qui perché è bello che i genitori siano visibili” ha raccontato Gianfranca, una mamma scesa in piazza per sostenere la libertà d’essere dei suoi figli e lanciare un messaggio a tutti i genitori che si nascondono, preoccupati dall’onta del pregiudizio: “noi possiamo essere d’incoraggiamento per i genitori che non sono ancora pronti” ha continuato ai nostri microfoni. Così come Mariarosaria, madre di una figlia trans: “dobbiamo amare i nostri figli come il giorno in cui sono venuti al mondo” ha dichiarato. “Anche io ho fatto un po’ fatica, ma solo per la società, che è discriminante. Si tende ad evitare queste persone, invece sono da amare come tutti quanti” ha concluso.
Riconoscere il diritto ad essere come si vuole
In uno scenario internazionale instabile, che rischia di mettere in discussione anche i diritti fondamentali dell’essere umano, manifestazioni come questa hanno il compito di ribadire l’importanza di ogni persona, contro ogni pregiudizio e discriminazione. “Qui non c’è niente da tollerare” ha detto Carlo Salvemini, “qui c’è da riconoscere il diritto alla felicità di ciascuno. Bisogna farlo ogni giorno”.