Dj Navi, per la Procura fu suicidio, per la famiglia fu ucciso. La verità dall’autopsia
Il corpo di Dj Navi verrà riesumato per essere sottoposto, per la prima volta, ad autopsia. È la decisione de pm Maria Vallefuoco, che, a 4 anni dalla morte di Ivan Ciullo, ha disposto nuovi esami per stabilire con certezza se il 33enne si sia impiccato volontariamente o se qualcun altro sia intervenuto per inscenarne il suicidio. Le nuove indagini, fortemente volute dalla famiglia del dj e cantautore salentino, verranno condotte per ‘istigazione al suicidio' . "Siamo estremamente soddisfatti. Si tratta di un passo fondamentale per arrivare all'accertamento di quella verità che due genitori stanno aspettando da troppo tempo", dicono gli avvocati Walter Biscotti e Maci, legali della famiglia Ciullo. L'esame verrà effettuato nei prossimi giorni dai medici legali Francesco Introna e Alberto Tortorella.
Tutti i dubbi sul suicidio
I fatti risalgono al 22 giugno 2015, quando il corpo di Ivan, brillante conduttore radiofonico e cantautore, venne trovato impiccato a un albero in località Acquarica del Capo. Il corpo giaceva con le gambe genuflesse in una posizione che è subito apparsa anomale per un suicida, ma venne attribuita al cedimento, sotto il peso del corpo, del cavo intorno al collo di Ivan. A riprova del presunto suicidio, invece, c'era una lettera scritta al computer e ritrovata imbustata nell'auto di Ciullo. Unico elemento che consentisse di attribuire quella lettera a Ivan, le poche parole scritte a mano nell'intestazione: ‘Per mamma e Sergio'. Anche quelle, però, hanno destato subito qualche sospetto, perché scritte con una calligrafia diversa da quella di Ivan. Pur di fronte a questi elementi, le forze dell'ordine conclusero che si trattasse di ‘suicidio' e il corpo di Ivan venne sepolto senza essere sottoposto ad alcun esame medico legale.
Indagato l'ex
I genitori di Ivan, Rita Bertone e Sergio Martella hanno continuato in questi anni a stimolare la Procura, facendo in modo che l'indagine venisse riaperta ben due volte. Dopo aver dato mandato al criminologo, Roberto Lazzari e all'esperto in medicina legale Giuseppe Panichi, di svolgere ulteriori esami, confortati dagli esiti di questi ultimi, hanno chiesto e ottenuto per la terza volta che le indagini fossero riaperte. L'indagine attuale per istigazione al suicidio è stata affidate al pm Maria Vallefuoco. Resta indagato l'uomo che già nella tranche di indagine precedente era finito sotto i riflettori, lo stesso con cui il giovane Ivan avrebbe avuto una relazione tempestosa.