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“Diversa da cosa?”: il video di Giulia che abbatte i pregiudizi sulla sindrome di Williams

“Con questo progetto si cercherà di dimostrare che annullare le differenze è un traguardo raggiungibile anche prendendo atto che ragazzi percepiti come ‘diversi’ possono, e devono, essere seguiti con professionalità e con l’idea che un brano scaturito dalla loro creatività possa potenzialmente entrare nel mercato discografico al pari di quello di qualunque altro artista” dice Andrea, produttore e amico di Giulia.
A cura di Iacopo Melio
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Si chiama Giulia Vaninetti, ha ventuno anni e abita a Cosio, un paese della Valtellina. Vive con i suoi genitori e ha fatto il Liceo Artistico, mentre adesso va in un centro che si occupa di ragazzi con disabilità. Giulia ha la sindrome di Williams, una malattia genetica rara caratterizzata da disturbi dello sviluppo, associati, nel 75% dei casi, a cardiopatie, ritardo psicomotorio, dismorfismi facciali caratteristici e profilo cognitivo e comportamentale specifico. L'incidenza è di un caso ogni 20.000 alla nascita.

"Il periodo del Liceo è stato bellissimo e ci tornerei subito", racconta Giulia. "Mi piace moltissimo la musica italiana (adoro Laura Pausini!), mi piace la pallavolo e seguo sempre la squadra del mio paese, facendo il tifo durante tutte le partite oltre a seguire spesso anche i loro allenamenti."

Lo sport però non è l'unica passione di Giulia: le piace giocare con Cesare, il cagnolino che non la lascia mai sola, e stare insieme alla mamma, condividendo con lei momenti di risate e spensieratezza in mezzo alle cure costanti e quotidiane che riescono, ogni volta, a trovare il positivo in ciò che capita.

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Perché mi chiamate diversa?
Io sono solo me stessa.
Ho un anima,
ho un cuore,
ma nn ho una risposta.
Ognuno è lo specchio dello sguardo che incrocia.
E allora se quando mi guardate vi sembro uscita da un cartone animato,
pensate che dentro di voi in un angolo buio
c’è forse un bambino che vuole essere trovato.
Diversa da Chi?
Diversa da cosa?
Se un giorno passando cadrete nel mio sguardo e in quello specchio starete sorridendo,
allora vedrete che un po’ simili siamo e che quel bambino si sta liberando.

Sono incappato, qualche giorno fa, in queste parole, ma soprattutto in questo video realizzato da Giulia, così ho deciso di conoscerla meglio e di farle qualche domanda. Ecco allora la breve intervista ad una ragazzina con le idee semplici e dirette…

Cara Giulia, il messaggio che vuoi lanciare è molto chiaro, tu dici: “Perché mi chiamate diversa?”. Ecco, secondo te in cosa gli altri ti percepiscono come diversa? 

"Credo che gli altri mi vedano strana, in particolare credo vedano strano il mio viso, anche se io non mi sento affatto diversa. Per questo mi piacerebbe che le persone si concedessero l'opportunità di conoscermi meglio, proprio per capire che non sono così diversa come loro credono."

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È veramente bello che tu abbia scelto una tecnica vicina al teatro per esprimerti. Ci racconti come nasce l’idea di questo video?

"Un giorno mi trovavo in un bar ed ho chiesto al mio amico Andrea, che di lavoro fa il musicista, di poter fare una canzone per il mio compleanno. Andrea mi ha risposto che lo avrebbe fatto, a patto che io mi fossi messa d'impegno e avessi preso la cosa molto seriamente, provando a usare la musica per dire a tutti qualcosa che per me fosse davvero importante. Quella stessa sera mi sono messa nella mia cameretta a scrivere quello che poi sarebbe diventato il testo della canzone stessa. Abbiamo registrato la mia voce in tre giorni, a Gravedona, un paese sempre sul lago: all'inizio ero molto tesa ed avevo paura che non piacesse alle persone, ma pian piano mi sono tranquillizzata ed è andato tutto bene."

Direi che l'idea della canzone, però, si è evoluta diventando un vero e proprio video. Una specie di cortometraggio. Bello no?

"Esattamente! Il video lo abbiamo girato ad Aprile  a Torino, città di origine di Andrea, in uno studio di ripresa dove lavora Giuse, un regista suo amico molto bravo. Per il video abbiamo pensato di dipingere tanti cartelloni nelle settimane precedenti alle riprese. I cartelloni servono a mettere in evidenza le parole importanti del testo, in modo semplice e diretto."

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Direi che il risultato è assicurato. Il messaggio finale è potente, stimola ognuno di noi a mettersi “a nudo” mostrando ciò che è, compreso il bimbo interiore che ci rende tutti uguali. Ho chiesto a Giulia, a sua mamma e soprattutto all'amico Andrea, parte importante di questo percorso, cosa consiglierebbero ai “grandi” per poter abbattere i loro pregiudizi, e quindi i muri che tengono imprigionato quel bambino di cui si parla nel video.

"Giulia e la sua Sindrome sono di per sé la risposta…", risponde Andrea. "I ragazzi con questa sindrome sono naturalmente predisposti a esprimere i loro sentimenti senza filtri: se pensano di volerti bene te lo dicono e ti abbracciano, spesso disarmandoti, e questo aspetto di Giulia mi ha fatto riflettere su quanto noi siamo poco abituati all'affetto e alla spontaneità nel manifestarlo. In questo, persone come Giulia sono davvero ‘diverse' e, per certi versi, direi ‘migliori'."

Il brano di Giulia è il primo di un progetto che Andrea e sua mamma intendono portare avanti: si chiamerà "Diversa da chi" e sarà un canale YouTube dedicato a ragazzi con disabilità uniti dalla forte passione per la musica e con qualcosa di importante da comunicare.

"Con questo progetto si cercherà di dimostrare che annullare le differenze è un traguardo raggiungibile anche prendendo atto che ragazzi percepiti come ‘diversi' possono, e devono, essere seguiti con professionalità e con l’idea che un brano scaturito dalla loro creatività possa potenzialmente entrare nel mercato discografico al pari di quello di qualunque altro artista. Qualche eccezione esiste già, ma nel nostro piccolo vorremmo creare un ‘movimento' che porti l’eccezione a diventare qualcosa di meravigliosamente ‘normale'."

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Laureato in Scienze Politiche (curriculum in "comunicazione, media e giornalismo"). Racconta le storie degli altri come giornalista, scrittore e attivista per i diritti umani e civili. Vincitore del Premio "Cittadino Europeo" nel 2017, è stato nominato "Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana" da Sergio Mattarella nel 2018.
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