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Distrugge noccioleto del governatore del Piemonte, l’agricoltore: “Ho agito per rabbia perché sono povero”

Si chiama Giovanni Ramello il 60enne che il primo aprile del 2023 ha distrutto il noccioleto del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, pochi giorni prima dell’arrivo del ministro Matteo Salvini per l’inaugurazione dell’autostrada Asti-Cuneo. “Perché l’ho fatto? Ero arrabbiato, la politica non c’entra. Ero furioso perché vivo di agricoltura e sono povero, lui non lo è”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alberto Cirio e un noccioleto
Alberto Cirio e un noccioleto

Attualmente è a processo per aver danneggiato il noccioleto di Alberto Cirio, il governatore del Piemonte. Si chiama Giovanni Ramello il cosiddetto "killer di barbatelle", l'uomo che di notte è entrato nel campo di Cirio e ha tagliato tutte le piante di nocciole. "Non mi sono accorto di averne danneggiate tante – ha raccontato l'uomo, così come scrive La Stampa -. I carabinieri hanno scritto 200, ma io non me ne sono accorto perché non mi faceva male la schiena. Sono andato avanti".

Il 60enne della provincia di Cuneo è finito sotto processo per i danni arrecati al noccioleto del presidente della regione. "Sono stato uno scemo, ero arrabbiato col mondo – ha continuato il 60enne. L'ho fato perché lui è ricco e io sono povero". La notte del primo aprile 2023 Ramello, che lavora nella vigna di un amico per 8 euro all'ora, è uscito di casa in preda a una furia incontenibile ed è entrato nel noccioleto nel campo preso in affitto dall'azienda agricola di Cirio, tagliando e strappando le pianticelle di nocciole appena sistemate.

Il mattino dopo, è scattata la denuncia del governatore che ha dato il via alle indagini. A quel punto, le forze dell'ordine hanno individuato il 60enne ora a processo. L'uomo, sentito dal quotidiano La Stampa, ha raccontato di aver agito per "rancori dovuti alla sua situazione economica" e di non aver mai preso in considerazione l'idea di distruggere il noccioleto in vista dell'arrivo del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che da quelle parti avrebbe dovuto inaugurare un'autostrada.

"La politica non c'entra niente, io ero solo arrabbiato. Era una cosa tra contadini. Ero arrabbiato anche con Cirio, ma mi giravano le scatole per tutto. Lui ha più soldi e io no: quel campo per lui è un passatempo, io vivo di agricoltura da quando ero piccolo, non ho altro oltre alla terra".

"Sapevo che quel terreno lo aveva preso in affitto il presidente, qui lo sanno tutti. Per altro, glielo dico da contadino perché anche io ho delle piante di nocciole: chi gli cura quella terra lavora proprio bene" ha ribadito il 60enne. L'uomo ha poi spiegato di aver fatto tutto per invidia e per rabbia sociale. "Sono uscito arrabbiato e sono andato in quel terreno, non so spiegarlo. Adesso ho risarcito, mi sono affidato agli avvocati e so che hanno risolto. Sui giornali questa storia sembrerà una comica. Sono stato uno scemo".

Il 60enne ha confessato subito quanto fatto in caserma dai carabinieri. Alla seconda domanda, ha ricostruito per filo e per segno la notte dell'atto vandalico. "Doveva vederli – ha spiegato -. Sono arrivati in tanti a indagare, come si vede in televisione. Non c'era solo il maresciallo della zona, sono arrivati da Cuneo. Cosa potevo fare? Negare? Lo avrebbero scoperto comunque".

Romello ha pagato i danni al governatore del Piemonte anche grazie all'intercessione degli avvocati. "Lui è stato bravo con me, mi ha fatto pagare meno di quello che gli avrei dovuto per i danni arrecati. Una cosa del genere può ritardare di un anno il raccolto. Mi ha anche perdonato, ma non l'ho votato".

L'indagine sull'atto vandalico è stata seguita da Digos e carabinieri perché il tutto è accaduto pochi giorni prima di un incontro tra Cirio e Matteo Salvini per l'inaugurazione dell'autostrada Asti-Cuneo. Temendo un atto terroristico, le forze dell'ordine hanno dato il via a indagini molto approfondite che invece hanno trovato solo un "regolamento di conti tra contadini".

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