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Discoteche, il Tar boccia il ricorso dei gestori: cosa succede ora

No alla ripresa dell’attività di ballo nelle discoteche. Il Tar ha detto no alla riapertura urgente chiesta dai gestori per cui fino al 7 settembre, come previsto dall’ordinanza del 16 agosto, le piste da ballo di discoteche e locali restano chiuse. Silb: “L’ordinanza del ministro non sta facendo altro che incentivare l’abusivismo”.
A cura di Susanna Picone
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No alla ripresa dell’attività di ballo nelle discoteche. Il Tar ha detto no alla sospensione cautelare urgente dell'ordinanza con la quale il 16 agosto scorso il Ministro della Salute, in tema di misure urgenti per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, ha deciso di vietare il ballo nelle discoteche e altri locali oltre a introdurre l'obbligo di mascherina nei luoghi pubblici dove c'è il rischio assembramenti. Un’ordinanza che il Governo ha firmato dopo che una serie di contagi da Coronavirus sono avvenuti proprio in questo genere di locali dove mantenere le distanze non è semplice.

Stop al ballo in discoteca, cosa succede ora

La decisione di dire no al ricorso sulle discoteche è stata presa dal presidente della terza sezione quater del Tar del Lazio con un decreto monocratico con il quale ha respinto una richiesta di sospensione cautelare urgente proposta dal Silb-Fipe-Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo. È stata fissata per il 9 settembre l'udienza in camera di consiglio per la valutazione collegiale del ricorso. Per il momento, quindi, le piste da ballo di discoteche e altri locali resteranno chiuse almeno fino al 7 settembre, come previsto dall’ordinanza, sempre se il divieto non verrà prorogato ancora. Poi il 9 settembre il Tar valuterà la legittimità del provvedimento.

Discoteche, deve prevalere l’interesse pubblico alla salute

Nelle premesse del provvedimento impugnato si richiama la "comune volontà della Conferenza dei presidenti delle Regioni e del Ministero dello sviluppo economico di aprire con immediatezza un tavolo di confronto con le Associazioni di categoria, al fine di individuare interventi economici di sostegno nazionale al settore interessato”, si legge nel decreto del Tar in merito alla ricorso dei gestori contro la chiusura delle discoteche a causa dell’emergenza Coronavirus. Secondo il Tar "nel bilanciamento degli interessi proprio della presente fase del giudizio, la posizione di parte ricorrente risulta recessiva rispetto all'interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto" e "tale interesse costituisce l'oggetto primario delle valutazioni dell'Amministrazione, caratterizzate dall'esercizio di un potere connotato da un elevato livello di discrezionalità tecnica e amministrativa in relazione alla pluralità di interessi pubblici e privati coinvolti e all'esigenza di una modulazione anche temporale delle misure di sanità pubblica nella prospettiva del massimo contenimento del rischio”.

La decisione del Governo Conte sulle discoteche

"Il governo non ha mai autorizzato l'apertura delle discoteche. Abbiamo sempre ritenuto impensabile che in una discoteca si possano mantenere distanze e indossare le mascherine, è chiaro che sono luoghi privilegiati di diffusione del contagio”, aveva intanto detto il premier Giuseppe Conte in una intervista, rivendicando quindi la decisione presa con il ministro della Salute e la Conferenza delle Regioni. Quando il governo ha constatato che la curva epidemiologica rischiava di risalire è intervenuto.

La reazione dei gestori delle discoteche

I gestori delle discoteche però non ci stanno. "Fino al 7 settembre staremo chiusi e ora prolifererà l’abusivismo”, ha detto all’Ansa Maurizio Pasca, presidente del Silb Filp, associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo. "L'ordinanza del ministro non sta facendo altro che incentivare l'abusivismo – ha aggiunto – Siamo già in possesso di centinaia di video di feste abusive in ville che sfuggono a ogni controllo. In un filmato con giovani che addirittura si dichiarano positivi al Covid".

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