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“Disattivate Immuni in ospedale”: il messaggio della Regione Marche agli operatori sanitari

Fanpage.it è entrata in possesso di una mail che la Regione Marche, una delle quattro in cui è partita oggi la sperimentazione dell’App Immuni per il tracciamento del contagio, ha inviato in via riservata alle Direzioni Sanitarie per “dare indicazioni agli operatori sanitari di disattivare il Bluetooth durante l’orario di lavoro al fine di evitare segnalazioni di falsi contatti”.
A cura di Ida Artiaco
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È partita oggi la sperimentazione di Immuni, la app scelta dal governo italiano per il tracciamento del contagio da Coronavirus. Già più di due milioni di cittadini hanno scaricato gratuitamente sui propri dispositivi  l'applicazione, che funziona tramite bluetooth ma che tuttavia sarà disponibile su tutto il territorio nazionale soltanto tra una decina di giorni. Al momento, infatti, è partita solo in quattro regioni pilota, Abruzzo, Liguria, Puglia e Marche, così come ha spiegato il ministro per l'innovazione e la digitalizzazione, Paola Pisano, che ha anche auspicato la più ampia partecipazione possibile per contenere la diffusione del virus in questa fase. Tuttavia, non tutti sembrano aver seguito le indicazioni dell'esecutivo. Le Marche, ad esempio, hanno chiesto tramite mail e in via assolutamente riservata alle Direzioni sanitarie di "dare indicazioni agli operatori sanitari di disattivare il Bluetooth durante l'orario di lavoro al fine di evitare segnalazioni di falsi contatti".

"Gentili colleghi – si legge nello specifico nella mail riservata di cui Fanpage.it è entrata in possesso – come sapete la nostra Regione ha deciso di partecipare alla sperimentazione ministeriale dell'app Immuni. Posto che il ruolo centrale è in capo ad Asur, attraverso i Dipartimenti di Prevenzione, questa azienda nel rispetto delle scelte individuali di ciascuno di voi, recita comunque un ruolo di rilievo nell'avvio del nuovo sistema. A questo proposito la Regione ha chiesto alle Direzioni di dare indicazioni agli operatori sanitari di disattivare il bluetooth durante l'orario di lavoro al fine di evitare segnalazioni di falsi contatti". Ma perché la Regione Marche avrebbe preso una decisione simile? Anche perché finora nessuna autorità, statale o regionale, ha dato indicazione di disattivare il Bluetooth in certi contesti. In realtà, tutto ruota intorno ai cosiddetti "falsi positivi" e "falsi contatti", che secondo i più rappresenterebbero il punto debole dell'applicazione.

Immuni, infatti, il cui download è su base volontaria, sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy, una versione a basso consumo del normale Bluetooth attraverso cui rilevare la vicinanza tra due smartphone nell'ordine di un metro. In questo modo, la app conserva sul dispositivo di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stata vicino entro un certo periodo. Nel caso in cui si venga sottoposti a test per Coronavirus, con un codice il cittadino può caricare su un server in cloud le stringhe alfanumeriche inviate dalla sua app agli altri smartphone. Ciò significa, però, che senza Bluetooth attivo l'app è praticamente inutile, quindi non funziona se questo viene disattivato, così come richiesto dalla Regione Marche. Per altro, sempre il Bluetooth non è una tecnologia di precisione e il segnale può subire interferenze o essere indebolito da diversi fattori. Per esempio tenere il telefono nella borsa potrebbe non assicurare un efficace scambio di informazioni tra dispositivi vicini.

Inoltre l’app potrebbe inviare alert di falsi positivi, per esempio in situazioni in cui il segnale è schermato da una superficie divisoria, come nel caso di chi indossa DPI (dispositivi di protezione individuale) o interferire con altri segnali presenti nello stesso ambiente, come sui treni, sui bus o nei centri commerciali. In questo caso, però, si può parlare anche di "falsi contatti". Un esempio? Un infermiere che lavora in un reparto Covid ha più possibilità di entrare in contatto con un potenziale infetto e potrebbe ricevere notifiche a cascata, sempre ammesso che il paziente abbia scaricato l'applicazione. Tuttavia, il sanitario indossa i DPI ed è di conseguenza controllato, quindi dovrebbe essere escluso dalla sperimentazione perché è a tutti gli effetti un "falso contatto".

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