Diplomato a 86 anni, ora vuole l’Università: “Ma il numero chiuso non lo permette”
Ci ha messo un po' per ottenere quel diploma di scuola superiore e Giacomo Petralia, bolognese di 86 anni, non ha intenzione di fermarsi. Ora vuole iscriversi all'università di Bologna, ma c'è un problema che si chiama ‘numero chiuso'. La storia dello studente Giacomo è raccontata da Romagna Noi. Lui, nato a Messina nel 1927, si è trasferito dopo la leva militare nelle terre romagnole, con in tasca solo la licenza elementare. Non volevo più fare il garzone, perché le condizioni erano ingiuste – racconta -. In Romagna ho trovato lavoro come bracciante a Voltana di Lugo, prendevo 5.000 lire al mese, avevo la tranquillità della casa, della paga: ero contento". Poi Giacomo si mette a lavorare la terra e a fare il muratore. Fino a che arriva la pensione. La sua vita non è tutta rosa e fiori, questo è certo. "Di quando ero artigiano – dice – ho un brutto ricordo: quello di un finanziamento bancario che mi era stato promesso e alla fine non concesso. Ma vedo che oggi succede spesso…”. Il signor Petralia ha dovuto anche affrontare le malattie “che ho vinto documentandomi e con un’alimentazione giusta – afferma con orgoglio -: tutto da solo". A 86 anni non ha perso la voglia di lottare. Qualche giorno fa è andato all’istituto professionale per i servizi socio sanitari Cassiano di Imola a ritirare quel "pezzo di carta" conseguito nel giugno 2012. Ma l’Università per ora è “proibita”: le porte dell’Ateneo si aprono solo dopo la preselezione. “Ma vi sembra giusto – conclude Giacomo – mettere il numero chiuso quando ci sono persone che hanno voglia di crescere culturalmente?”.
