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“Dio, ti aspetto”: l’ultimo post della donna precipitata a Genova. Migliora la sorella caduta dopo di lei

“Dio, ti aspetto”, aveva scritto in un post pubblicato sui social due giorni fa la 32enne che martedì 7 gennaio si è tolta la vita lanciandosi da una finestra al quarto piano della sua casa in via Cantore, nel quartiere Sampierdarena, a Genova. Subito dopo anche la sorella più grande si è gettata nel vuoto, rimanendo gravemente ferita. Migliorano le sue condizioni.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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"Dio, ti aspetto", aveva scritto in un post pubblicato sui social due giorni fa la donna di 32 anni che ieri, martedì 7 gennaio, si è tolta la vita lanciandosi da una finestra al quarto piano della sua casa in via Cantore, nel quartiere Sampierdarena, a Genova. 

Subito dopo anche la sorella, 35 anni, si è gettata nel vuoto a sua volta, rimanendo gravemente ferita. La 35enne è stata ricoverata al San Martino: dall'ospedale fanno sapere che nelle scorse ore le condizioni della donna sono migliorate.

"La paziente è attualmente ricoverata presso la Rianimazione M3 del Monoblocco, diretta dal dottor Nicolò Patroniti. Stamani è stata estubata ed è dunque tornata a respirare naturalmente, a seguito di intervento di stabilizzazione della colonna vertebrale", riporta una nota del nosocomio.

Le due donne sono di origini albanesi. In casa, mentre compivano il gesto estremo, c'erano i quattro figli della più giovane. Ieri alcuni vicini hanno sentito un tonfo e dei gemiti. Dopo avere visto il corpo della 32enne a terra hanno lanciato l'allarme.

Poi hanno cercato di convincere la sorella a non buttarsi e si è lanciata dalla finestra. Sul posto sono arrivati il personale del 118, i Vigili del fuoco e la polizia. I medici hanno constatato il decesso della più giovane mentre hanno stabilizzato e trasportato la sorella maggiore in ospedale.

L'appartamento, dove la 32enne abitava, era chiuso dall'interno. Ad aprire agli agenti sono stati i quattro figli della donna: il più grande ha 6 anni, l'ultimo cinque mesi.

All'origine della tragedia, su cui sta indagando la Squadra mobile, potrebbe esserci l'affidamento dei bambini. Venerdì la 32enne avrebbe dovuto partecipare a un'udienza.

Era separata dal marito, che aveva denunciato in passato per maltrattamenti, era stato condannato a 8 mesi e assolto dopo un'altra denuncia. L'uomo, un connazionale, era stato quindi sottoposto a un divieto di avvicinamento, scaduto tra ottobre e inizio novembre.

A quanto si apprende, l'ex compagno di fede musulmana, era molto rigido e pretendeva dalla moglie una serie di comportamenti che lei non condivideva. Per questo ci sarebbero stati più volte scontri violenti, sedati dall'intervento dei Carabinieri.

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