“Dimenticarono uno strumento nel corpo del paziente, che morì a 16 anni”: medici indagati a Palermo
Era nato con una rara e grave patologia cardiaca congenita ed è morto il 5 aprile dello scorso anno, a soli 16 anni, all’ospedale Civico di Palermo. La tragedia di cui è stato protagonista Riccardo Mazzeo – questo il nome del giovane – sarebbe stata causata, secondo la Procura, non direttamente dalla malattia da cui era affetto bensì da un errore medico: un frammento di strumentazione utilizzata durante un intervento venne dimenticato nel corpo dell'adolescente. Oggi, a circa nove mesi di distanza, cinque membri dell’équipe sanitaria sono accusati di omicidio colposo e falso ideologico.
Gli indagati e le accuse
I chirurghi M.B.S. e G.R., l'infermiere A.G. e le anestesiste S.C. e F.Q. hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini condotte dai sostituti procuratori Enrico Bologna e Giovanni Antoci. I due magistrati, sulla base di una consulenza tecnica, accusano i sanitari non solo di non essersi accorti della ritenzione dello strumento chirurgico – un palloncino e una porzione della sonda cardiaca – ma anche di aver falsamente attestato la corretta verifica degli strumenti alla fine della procedura.
La colpa sarebbe più grave, secondo i consulenti, per il primo operatore e l’infermiere responsabile del conteggio degli strumenti, ma la Procura sottolinea che l’intero gruppo è vincolato da un obbligo di vigilanza reciproca.
"Un intervento evitabile e troppo rischioso"
Riccardo Mazzeo era affetto da truncus arteriosus, una malformazione congenita che richiede complessi interventi chirurgici e un attento monitoraggio. Nonostante il quadro clinico, il sedicenne era considerato in buone condizioni al momento del ricovero. L’intervento incriminato, un cateterismo cardiaco, è stato giudicato dai consulenti non strettamente necessario e accompagnato da un rischio significativo, calcolato intorno al 14,4% di complicanze.
La morte, avvenuta dopo un iniziale peggioramento delle condizioni del paziente, sarebbe stata evitabile se il dispositivo lasciato accidentalmente nel corpo fosse stato individuato tempestivamente.
Dimenticanza fatale: "Un evento prevedibile"
Come riporta Palermo Today la dinamica evidenziata dalla consulenza tecnica evidenzia gravi carenze procedurali. Il frammento della sonda, con il palloncino all’estremità, avrebbe agito come un corpo estraneo, causando un’ostruzione crescente e fatale. Esistono precise disposizioni del Ministero della Salute che impongono il controllo rigoroso degli strumenti chirurgici per evitare incidenti di questo tipo, disposizioni che – secondo l’accusa – non sarebbero state rispettate.
Gli esperti incaricati dalla Procura sostengono che la rimozione del dispositivo sarebbe stata semplice se i controlli fossero stati eseguiti correttamente. Invece, il mancato conteggio avrebbe impedito di individuare l’errore, condannando il giovane paziente. Le accuse di falso, inoltre, derivano dalla registrazione errata del conteggio degli strumenti nella check list operatoria. Un’omissione che, secondo gli inquirenti, rappresenta una violazione grave delle procedure mediche standard.
Riccardo Mazzeo, la cui vita era stata un piccolo miracolo grazie agli interventi precedenti, ha trovato la morte proprio nel luogo che avrebbe dovuto proteggerlo. La famiglia attende ora giustizia, mentre gli indagati potranno fornire elementi a propria difesa prima della decisione della Procura sull’eventuale rinvio a giudizio.