Diletta Miatello e le bugie alla colf dopo aver massacrato i genitori: “Torna domani, stanno dormendo”
Emergono nuovi particolari su quanto avvenuto in una villetta bifamiliare di San Martino Lupari (Padova). Diletta Miatello, 51 anni, avrebbe ucciso la madre di 84 anni e ferito gravemente il padre 89enne per denaro. Stando a quanto ricostruito finora, la donna era rimasta senza lavoro nel 2009, quando si era dimessa dalla polizia locale del piccolo comune trevigiano di Asolo.
Da allora era tornata a vivere a casa degli anziani genitori ed era convinta, stando alle evidenze investigative raccolte dagli inquirenti, che il padre e la madre dovessero risolvere i suoi problemi economici. Alla base dell'omicidio del 27 dicembre, infatti, vi sarebbe la mancata "mancia" sulla spesa. Dopo il delitto, la 51enne avrebbe anche messo in atto un tentativo di depistaggio, chiedendo alla colf di ripassare il giorno dopo. "Mi hanno detto di dirti che non servono le pulizie oggi. Hanno dormito male e sono tornati a letto" avrebbe detto la 51enne alla collaboratrice domestica.
"Se quella mattina Diletta mi avesse fatto entrare in casa, sono certa che avrebbe ucciso anche me – ha raccontato ai media la collaboratrice domestica dell'anziana coppia -. C'erano dei problemi in famiglia, ma non avrei mai pensato che si potesse arrivare a tanto. Non ho dormito per tutta la notte pensando alla signora Maria Angela, al signor Giorgio e alla figlia minore Chiara che ha trovato i corpi".
La 57enne ha lavorato nell'abitazione dei due coniugi per circa 9 mesi prima della tragedia. "Andavo da loro due giorni alla settimana, il lunedì e il giovedì. Ultimamente però c'era un passaggio quasi quotidiano per darci appuntamento. C'era un rapporto di profonda fiducia tra noi. Io facevo alcune faccende domestiche, aiutavo a preparare la tavola e facevo qualche piccola commissione quando mi veniva richiesto. In casa con noi c'era spesso anche la figlia minore Chiara che si è sempre data molto da fare per i genitori".
Stando a quanto raccontato dalla donna, Diletta avrebbe sempre mantenuto un atteggiamento distaccato. "Lei era estremamente fredda. Scambiavamo pochissime parole e quando c'ero io stava quasi sempre chiusa nella sua parte di abitazione. So che era in cura ma spesso non andava alle sedute, dormiva molto durante il giorno. Non c'erano però mai stati episodi di violenza, anche aveva già litigato con i genitori".
La dinamica dei fatti
Nella giornata del 27 dicembre, la colf ha bussato alla porta della villetta bifamiliare poco prima delle 8. La donna avrebbe dovuto rimanere in casa per almeno un'ora per assistere Giorgio Miatello che si stava riprendendo dopo aver battuto la testa in seguito a una caduta avvenuta giovedì nel bar del paese. "Non avevo le chiavi, ho suonato il campanello ma non mi hanno risposto.
Capitava spesso, per questo non mi sono allarmata. Ho visto il cancello semiaperto e la porta dell'abitazione di Diletta spalancata, ma non mi sembrava vi fosse nulla di particolarmente strano. Lei mi ha detto di aver bevuto il caffè con i genitori poco prima e che volevano dormire ancora. Mi ha detto di tornare a casa e io l'ho fatto. Alle 10 ho ricevuto la telefonata della figlia Chiara che mi ha detto di non aver trovato nessuno a casa e di non aver ricevuto alcuna risposta al citofono".
Secondo la 57enne, la figlia minore avrebbe dovuto consegnare dei contanti al padre convalescente. "Mi sono offerta di andare nuovamente davanti all'abitazione. Lei ha accettato e mi ha consegnato il denaro, io alle 11.15 sono tornata sul luogo del delitto. Tutto era ancora chiuso e ho iniziato ad aver paura: era davvero strano che la signora non fosse sveglia a quell'ora.
Ho chiesto a una vicina di accompagnarmi in cortile e lì abbiamo suonato, bussato e telefonato. Nessuno ha risposto, ma le luci erano accese. Ho chiamato Chiara spiegandole che la situazione era strana e che era meglio che tornasse con il doppione delle chiavi. Subito dopo sono rientrata a casa e alle 12.30 ho ricevuto l'ultima telefonata con la quale la ho appreso cosa era successo".