Oggi è il 4 novembre, e sono cinquant'anni dall'alluvione di Firenze. Cinquant'anni fa io non ero nato, ma come ogni fiorentino che si rispetti, o che non si rispetti, l'alluvione ce l'ho nel sangue. Dell'alluvione ne parlavano i miei nonni, i miei genitori. Se fermi la gente al mercato di san Frediano e chiedi dell'alluvione tu prega di avere il giorno libero, perché ognuno di loro avrà un ricordo, o più probabile cento.
Io fra i miei ricordi di seconda o terza mano – ma tutti documentati – ne ho presi dieci più uno. Sono quelli più strani, più curiosi, più straordinariamente normali:
1) Marito: “O Rosa, ma che l'hai chiuso l'acquaio ieri sera? Sento un gran pisciolio d'acqua!” Moglie: “A Gesilao, vien via, e tu lo sai e' la solita storia: è la signora Algisa del piano di sopra, il suo marito è andato in bagno e lei fa pisciare il figliolo dalla finestra sui miei fiori". E invece era l'alluvione di Firenze. E questo era l'inizio della canzone "L'alluvione" di Riccardo Marasco, poeta e cantante fiorentino. La canzone è del 1972.
2) Alle 8:00 del tre novembre arriva da Roma una comunicazione ufficiale: "State tranquilli, niente allarmismi". A Firenze si dice "ce l'hanno gufata".
3) Il sindaco Bargellini, riferendosi alla pioggia incessante, disse: "Firenze pulita va bene, ma così mi pare che si esageri".
4) Il primo fiume a straripare fu il Mugnone, non l'Arno.
5) Nell'alluvione morirono 35 persone, 70 cavalli dell'ippodromo e il dromedario Canapone, il preferito dai bambini, nello zoo allagato.
6) Carlo Maggiorelli era addetto alla sorveglianza degli impianti idrici dell'Anconella. Carlo Maggiorelli muore in diretta telefonica, travolto da un'onda, mentre veniva esortato ad andarsene e lui rispondeva: "No, non posso abbandonare la mia postazione".
7) Alle ore 12:00 gli agenti della polizia penitenziaria aprono le celle dei detenuti del carcere delle Murate. I detenuti vengono accolti nelle case dei fiorentini, agli ultimi piani. Un uomo promette a un'anziana che si sarebbe sdebitato, non appena libero, con il primo colpo.
Finita l'emergenza quasi tutti i detenuti si riconsegnano alle forze dell'ordine.
8) Nella provincia di Firenze, san Donnino, gli allevatori mettono in salvo le mucche facendole salire al primo piano della casa del popolo. Falce, martello e mucche.
9) Migliaia di giovani arrivarono a Firenze per spalare fango, sono gli "angeli del fango", la definizione fu del giornalista Giovanni Grazzini in un articolo sul Corriere della Sera, poi ripresa da tutti gli altri.
Fra gli angeli del fango più famosi Ted Kennedy e Margherita Hack. E poi i bagnini della Versilia, arrivati per dare una mano con patini e gommoni.
10) I fiorentini rispondono con sarcasmo e ironia. Ci sono negozi distrutti che espongono cartelli come: "Ribassi incredibili, prezzi sott'acqua". Le trattorie del centro scrivono: "Oggi specialità in umido".
A Natale gli alberi verranno decorati con i residui dell'alluvione.
11) "Oh fiorentini m'avete esiliato, prendete la merda che dio v'ha mandato".
E' il finale della canzone di Riccardo Marasco "L'alluvione", in cui Marasco immagina Dante, esiliato, che guarda Firenze e ringrazia dio per aver vendicato il suo esilio dalle terre fiorentine.