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Dice a tre poliziotti: “Servi di me***, andate a Gaza”. Ora dovrà risarcirli con 3mila euro

Un ventenne barese aveva definito i poliziotti “servi”, invitandoli ad andare “a Gaza a guadagnarsi lo stipendio”. Avrebbe inoltre rivolto loro insulti come “ignoranti” e “morti di fame” e “merde”.
A cura di Davide Falcioni
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Un ragazzo di 20 anni, studente universitario di Bari, ha evitato di essere sottoposto a un processo per oltraggio a pubblico ufficiale dopo aver concordato un risarcimento di tremila euro con tre agenti della polizia ferroviaria ai quali aveva rivolto degli insulti il 9 aprile 2024. Quel giorno il giovane, che si trovava in piazza Aldo Moro, era stato fermato mentre inveiva contro due donne. "Pensate di essere onnipotenti perché avete il posto fisso, siete ignoranti, vi do questi spiccioli come mancia morti di fame", aveva detto il ventenne.

Non soddisfatto, il giovane aveva definito i poliziotti "servi", invitandoli ad andare "a Gaza a guadagnarsi lo stipendio". Avrebbe inoltre rivolto loro insulti come "ignoranti" e "morti di fame" e "merde". Nel corso dell’udienza preliminare, il giudice ha ritenuto che il risarcimento e una lettera di scuse potessero essere sufficienti per chiudere il caso, evitando ulteriori sviluppi giudiziari.

Assistito dall’avvocato Daniele Lucente, il ventenne è stato quindi prosciolto, con la decisione del gip che ha considerato il risarcimento un gesto adeguato per riparare all’accaduto. La vicenda si è dunque conclusa senza ulteriori conseguenze giudiziarie per lo studente.

Cosa rischiava lo studente

Secondo l'articolo 134 bis del Codice Penale il reato di oltraggio a pubblico ufficiale si verifica quando qualcuno, "in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell'alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo o amministrativo della scuola. Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante risarcimento di esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell’ente di appartenenza della medesima, il reato è estinto".

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