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Diandra, allevatrice di vacche per rimanere in Sicilia: “Mi sento felice e soddisfatta”

Lei è Diandra, siciliana di Sortino in provincia di Siracusa, è una giovane allevatrice di vacche limousine. Ha deciso di rimanere nella sua terra per dedicarsi all’azienda portata avanti dal nonno e dal padre. Dopo gli studi, ha capito che il suo futuro era prendere in mano le redini dell’azienda.”Amo il mio lavoro ma non siamo considerati”.
A cura di Francesco Bunetto
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Sveglia all'alba per accudire e prendersi cura delle vacche e dei vitelli. Lei è Diandra, siciliana di Sortino in provincia di Siracusa, è una giovane allevatrice. Ha deciso di rimanere nella sua terra per dedicarsi all'azienda portata avanti dal nonno e dal padre. Ha provato a fare qualche altro mestiere ma ha capito che il suo futuro partiva dalla sua fattoria.

"Sono nata e cresciuta in Sicilia, non riesco a stare lontana dalla mia terra".

Essere donna allevatrice."Ci sono sacrifici"

Diandra alleva vacche limousine. Alle sei è già in azienda e la prima cosa che fa un'allevatrice è dare da mangiare ai suoi animali. "Loro ti aspettano – ha raccontato Diandra – mangiano e iniziamo a mandarli al pascolo, è una cosa che ti riempie, ti alzi in qualsiasi orario e trovi loro che ti aspettano" Provo felicità – continua – più stanno bene loro più sto bene io. Imparo da loro, li capisco, basta poco per farsi ascoltare e non è vero che non capiscono anzi, capiscono tantissimo e sono molto sensibili. Li accudisco e non gli faccio mancare mai niente, acqua soprattutto, sempre cibo".

"Rimango in Sicilia, non vado via"

La giovane ragazza ha creduto fortemente al valore dell'amore per la sua terra e ha deciso di prendere in mano la fattoria di famiglia e di portarla avanti nei migliori dei modi. Tanti giovani, in particolar modo nel sud Italia, dopo gli studi, si trasferiscono al nord Italia o all'estero, per cercare un futuro migliore, tentare di costruire una vita da capo, altri invece si dedicano alle preziose risorse che la propria terra può offrire."Io ho deciso di rimanere in Sicilia – racconta Diandra –  perché sono una persona molto legata alla mia terra e perché mio nonno, mio padre con i suoi fratelli, hanno portato a termine quello che oggi abbiamo, sostenendo tutto questo, cercando di incrementare ogni giorno di più e per questo  io non riuscirei a stare lontano da qui perché sono nata e cresciuta in Sicilia e per me è vita.

Affezionarsi agli animali. "Mandarli al macello, un colpo al cuore"

Nello stallo, Diandra ci indica Chiara, una vacca di appena un anno e Sissi la sorella. Sono cresciute con me – racconta – e quando l'ho vista nascere per me è la mia principessa Sissi, lei è molto legata a me e si fida, mi cerca. Mi capita di affezionarmi a loro – continua – le vedi nascere, crescere fin quando vanno al macello stai sempre accanto a loro e cerchi di  dargli il meglio ed è la parte peggiore perché – continua – ci lavoro, sono il mio reddito e di conseguenza quando li devo mandare al macello per me è anche un colpo al cuore, ma ho imparato a gestire questa cosa, che non è facile, però se ho scelto questo, ci sono i pro e i contro.

"È una categoria dimenticata. Non siamo considerati"

Tante porte sbattute in faccia e tante ingiustizie per Diandra e per tutti coloro i quali cercano di portare avanti il mestiere di allevamento in Sicilia, in particolare modo quando viene privilegiato il prodotto non locale. "C'è sudore e impegno – dice Diandra – e quando ti si vedono tante porte chiuse, soprattutto perchè viene privilegiato quello che viene fuori anziché quello che è nostro. Mi auguro e spero – conclude – che queste benedette cose cambino in questa terra che non vuole cambiare, nonostante ci siamo tanti giovani che credono nel lavoro. Se non ci difende lo Stato, se non si viene a intervenire su queste cose, privilegiare la nostra carne, i nostri prodotti che meritano, ci mettiamo impegno ma proprio perché siamo giovani veniamo buttati giù e non veniamo considerati".

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