Diana, abbandonata in un parco dalla madre, cerca la sorellina biologica: “Sofia, dove sei?”
Quella di Diana Salvatori, 20 anni a febbraio, è la storia di una ragazza che ripercorre una lunga strada a ritroso, alla ricerca della sua verità. Una verità sepolta nel passato e nascosta negli archivi polverosi di un orfanotrofio in Ucraina. Nata nella città di Charkiv nel 2002 da una madre che non la voleva, Diana ha passato i primi due anni e mezzo della sua vita in istituto. E' stata adottata nel 2004 da Emiliana e Leonardo Salvatori, che l'hanno strappata a un futuro incerto per portarla con sé a Terni, in Umbria. Qui Diana è cresciuta circondata dall'amore della sua famiglia adottiva, ha stretto amicizie (nonostante dolorosi episodi di bullismo da parte di alcuni compagni di classe), ha studiato e ha condotto una vita simile a quella di tanti suoi coetanei e coetanee. Eppure non ha mai smesso di guardarsi indietro, alla ricerca di risposte sepolte in un passato lontano e fumoso.
L'incontro con i due fratelli
"Solo poco più di un mese fa ho scoperto la mia verità", racconta Diana ai nostri microfoni. "Dopo varie ricerche su Internet e sui social, ho contattato il programma televisivo ucraino ‘L'Ucraina Parla', che si occupa anche di mettere in contatto familiari che non si conosco o non si vedono da tempo". Al programma Diana ha incontrato i suoi due fratelli biologici, Nicolas e Vincenzo. Entrambi sono stati concepiti e abbandonati dalla stessa donna che ha lasciato Diana in un parco quando aveva pochi mesi di vita, Valentina. Uno di loro, il più grande, ha vissuto con la donna per quattro anni subendo gravi maltrattamenti fisici e psicologici. "Prima di un mese fa non sapevo di avere dei fratelli e non conoscevo la mia vera storia – dice Diana – Nel corso della mia vita ho avuto un sogno ricorrente. Di notte vedevo il parco in cui Valentina mi ha abbandonata e rivivevo sensazioni che non saprei descrivere a parole. Credevo che fosse solo un sogno, frutto della mia fantasia, invece era un ricordo".
I flash dell'orfanotrofio
Diana racconta di avere sempre avuto anche dei flash dell'orfanotrofio in cui ha vissuto i primi due anni e mezzo della sua vita. "Dormivamo per terra su un materasso, da mangiare ci davano zuppa di pomodoro a colazione e a pranzo, a cena spesso non mangiavamo. Se ci facevamo male o se facevamo qualcosa di sbagliato, venivamo messi in punizione". Sua madre, Emiliana, confida di avere dormito i primi mesi per terra con sua figlia per abituarla, pian piano, a stare su un letto. "Ma questo è normale per i bambini che hanno subito un grosso trauma", spiega Emiliana, che non ha mai nascosto a Diana di essere stata adottata e che ora la sta sostenendo nel suo tentativo di cercare la sua famiglia d'origine.
L'appello a Sofia
"Scoprire di avere due fratelli di cui non sapevo l'esistenza è stato un colpo fortissimo. Abbracciarli un'emozione che non dimenticherò mai", continua la ragazza. "Ora voglio godermeli, passare più tempo possibile con loro. A Natale probabilmente verranno a trovarmi in Italia". Ma Diana ha scoperto di avere anche una sorellina più piccola, Sofia. "I giornalisti che si sono occupati del mio caso hanno scavato tra gli archivi dell'orfanotrofio e hanno scoperto che ho anche una sorella più piccola. Di lei so solo che si chiama Sofia, che ha circa nove anni e che quasi certamente è stata adottata in Italia. Gli autori hanno contattato la sua famiglia adottiva, che non le ha ancora detto la verità e si è rifiutata di stabilire un contatto con me, Nicolas e Vincenzo".
Diana ha contattato Fanpage per lanciare un appello ai genitori di Sofia e a sua sorella. "Ai genitori di Sofia vorrei dire che non li giudico, ma che un giorno dovranno dirle la verità e prima è meglio è. Come tutti, Sofia ha il diritto di conoscere la sua vera storia e di avere la possibilità, se lo vorrà, di abbracciare i suoi fratelli".
"Sofia, noi ti stiamo cercando, ti vogliamo bene e non ci arrenderemo mai".