“Devo parlarti, ho ucciso mamma e papà”: la confessione nella notte di Turazza alla sua coinquilina
"Ho preso il coltello da cucina e le ho tagliato la gola. Ma lei era ancora viva. A quel punto è arrivato papà, urlando, e io allora gli ho piantato il coltello e l’ho ucciso davanti agli occhi di mamma. E poi è morta anche lei": a raccogliere e parlare di questa terrificante confessione è Sara, una donna di 44 anni che da qualche tempo condivideva casa con Osvaldo Turazza, l’uomo accusato del duplice omicidio dei suoi genitori a Verona.
Sarebbe stato proprio lui, come ha raccontato la donna ai quotidiani, a confessarle nella notte che cosa aveva fatto. "Stasera li ho uccisi. Ho ucciso mia mamma e mio papà", le parole del 54enne alla coinquilina.
Giampaolo Turazza e Wilma Vezzaro, i due pensionati di 75 e 73 anni uccisi a Verona, avevano adottato quel figlio che ha poi confessato i delitti quando era appena maggiorenne. Un uomo che da circa un mese e mezzo viveva in questo appartamento insieme a Sara. Alle 5 del mattino, secondo il racconto di Sara, il terribile racconto.
"L’ho conosciuto qualche settimana fa in un bar – le parole della donna riportate dal Corriere della Sera – e gli ho offerto di venire a vivere qui: ho pensato che potessimo darci una mano a vicenda. Dormiva sul divano, in cambio mi doveva dare un po’ di soldi, visto che adesso lavorava per un’impresa di pulizie". Le era sembrato una brava persona, nonostante i problemi di dipendenze da droghe. "Ad ogni modo non è mai stato violento. Anzi, a suo modo, era pronto ad aiutare gli altri".
Inizialmente, dopo aver ucciso i genitori, Osvaldo avrebbe raccontato alla coinquilina che aveva notato un taglio sulla mano di esserselo procurato al lavoro. Le gli ha creduto e lo ha aiutato a medicarsi la ferita. Poi è andata a dormire.
Poi, dopo qualche ora, la confessione: "Alle 5 del mattino ha cominciato a bussare alla porta della mia camera, forse si era fatto di qualcosa: ‘Sara, ho bisogno di parlarti’, mi ha detto". Alla donna ha raccontato che quello che doveva dirle era una cosa grave. Lei ha aperto la porta e lo ha ascoltato.
"Mi ha spiegato che sua madre stava cucinando e, per scherzare, gli ha sventolato davanti un coltello da cucina. Ma nel farlo l’ha ferito alla mano, per errore": il racconto della donna. Sarebbe stata la stessa coinquilina del killer reo confesso a convincerlo a costituirsi. "Quando ha finito di dirmi quelle cose, ero sconvolta. Mi sono ubriacata per stordirmi. Avrei voluto cancellare tutto. Mi sono risvegliata nel pomeriggio e Osvaldo era ancora in casa. Ho pensato avesse fame e ho preso un ananas ma lui ha afferrato il coltello e se l’è puntato al petto per suicidarsi. Ci ho messo un po’ a convincerlo a non farlo. Gli ho detto che invece doveva consegnarsi e lui mi ha risposto che ci stava già pensando".
Quindi insieme sono usciti e sono andati verso la caserma della guardia di Finanza: pochi minuti dopo si è fatto arrestare. Le ipotesi al vaglio degli investigatori circa il movente del duplice omicidio si muovono nel contesto dell’uso di stupefacenti: l’arrestato, figlio unico della coppia, non viveva più con i genitori pur mantenendo con loro rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane.
"Io i suoi genitori li conoscevo – ha detto ancora la donna -. Sua mamma era una donna gentilissima. A Pasqua mi aveva portato l’uovo di cioccolato. E Osvaldo mi stava dicendo che l’aveva ammazzata. Non ci potevo credere, ma lui aveva una faccia, uno sguardo che mi facevano paura".