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Deve fare la chemio, alla bimba di 10 anni ovaie rimosse e congelate per preservare la fertilità

L’eccezionale intervento all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove la piccola ha potuto cominciare le cure chemioterapiche mentre il tessuto ovarico è stato crioconservato.
A cura di Antonio Palma
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A causa di un brutto male che l'ha colpita, a soli 10 anni è stata costretta a sottoporsi a un trattamento di chemioterapia potenzialmente dannoso per la sua fertilità futura, ma per preservare la possibilità di concepire da adulta i medici hanno deciso di rimuoverle il tessuto ovarico per congelarlo e poterlo così reimpiantare dopo le cure. L'intervento all’avanguardia, uno dei pochi casi in Italia, è avvenuto all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove la piccola di dieci ani è in cura presso il centro di Oncologia pediatrica per un sarcoma di Ewing. L'intervento ha avuto pieno successo così come il decorso postoperatorio e la piccola due giorni dopo ha potuto cominciare le cure chemioterapiche mentre il tessuto ovarico è stato crioconservato in laboratori specifici in attesa di poter essere reimpiantato nel prossimo futuro.

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"L’eccezionalità dell’intervento risiede nella tecnica applicata: la bambina è infatti ancora in età prepuberale e per le bambine che non hanno ancora avuto il menarca è necessario procedere con l'asportazione delle ovaie mediante un intervento chirurgico mini-invasivo in laparoscopia" spiegano dall'ospedale fiorentino. Un intervento possibile grazie alla collaborazione tra la Ginecologia pediatrica del Meyer, il centro Oncologico pediatrico dello stesso ospedale, la Chirurgia pediatrica del Meyer e il Centro Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) dell'ospedale Careggi che si è occupato della conservazione del materiale ovarico .

“Il Meyer si pone tra i pochi centri di eccellenza in Italia che hanno le professionalità che permettono di praticare questa metodica: speriamo che questo sia solo l'inizio di un percorso applicabile a tutte le altre bambine che ne avranno bisogno. Grazie a questa procedura, ben riuscita per la collaborazione di più professionisti, in futuro la bambina avrà la possibilità di pensare ad una gravidanza, qualora lo desiderasse. Inoltre la sua funzionalità ormonale verrà preservata: questo significa tendere lo sguardo in avanti, alla qualità di vita complessiva delle bambine con patologie oncologiche" ha spiegato la dottoressa Erica Bencini, della Ginecologia pediatrica del Meyer . La tecnica infatti non è più considerata sperimentale e nel mondo ha già portato a circa 100 gravidanze a termine.

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