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Detenuto nel carcere di Lecce: “Muffa nelle celle e abusi psicologici: non siamo mostri”

La lettera-denuncia che un detenuto del carcere di Lecce ha inviato alla sua fidanzata con la richiesta che venisse diffuso sui mezzi di informazioni: “Docce arrugginite e muffa nelle celle, abusi psicologici e nessun diritto a essere curati, se non con una Tachipirina. Non siamo mostri, siamo detenuti, siamo uomini ed esseri umani. Paghiamo gli errori ma non deve diventare luogo di sofferenza questo”.
A cura di Ida Artiaco
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La foto della lettera del detenuto inviata a Fanpage.it
La foto della lettera del detenuto inviata a Fanpage.it

"Non siamo mostri, siamo detenuti. Siamo uomini ed esseri umani. Paghiamo per i nostri errori ma questo deve diventare un luogo di sofferenza". Si chiude così la lettera di denuncia che un detenuto del carcere di Lecce ha inviato alla fidanzata lo scorso 4 ottobre con la speranza che lei potesse inviare il testo agli organi di informazione e dare massima diffusione al suo grido d'aiuto. Anche Fanpage.it ha ricevuto la missiva e dopo aver contattato la ragazza, ha deciso di pubblicare il testo scritto di proprio pugno dall'uomo dall'interno dell'istituto dove da mesi è recluso, in condizioni di forte disagio. Si parla di docce arrugginite con rischio di infezioni, muffa in alcune celle e sofferenze e abusi psicologici a cui vengono sottoposti. Che la situazione nel carcere di Lecce non sia delle più facili è testimoniato continuamente anche dall'Osapp, l'Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria, che da anni porta all'attenzione del Prefetto della città pugliese le difficoltà quotidiane che sono costretti ad affrontare, dagli scarsi i sistemi di allarme e di video-sorveglianza e agli inesistenti i corsi di aggiornamento professionali e di autodifesa.

Il testo della lettera-denuncia di un detenuto nel carcere di Lecce

Come si legge dalle righe della missiva che il detenuto ha inviato alla fidanzata la sua è in realtà una denuncia corale per le condizioni che tutti i reclusi sono costretti ad affrontare tutti i giorni. Ecco il testo integrale della lettera:

"Siamo detenuti del penitenziario di Lecce precisiamo del blocco C2. Innanzitutto vogliamo esternare il disagio in cui ci troviamo esponendo le problematiche che ci sono. Per iniziare siamo quasi tutti a 3 in una cella di soli 7 metri quadrati, le doccia sprovviste di soffioni e l'acqua è colma di calcare, tanto che se si riempiono le bottiglie dopo due giorni l'acqua diventa verde. Le porte delle doccia sono talmente arrugginite, con il rischio di tagliarsi e prendere infezioni, le celle della quinta e della sesta sezione piene di muffa e per tutto l'inverno quando piove penetra l'acqua, è davvero invivibile! Spesso e volentieri, senza preavviso tolgono l'acqua allo scarico del water ed è un'impresa usufruire di quest'ultima usando i secchi. Il passeggio della terza e della quinta sezione che è in comune , nonostante le RIPETUTE RICHIESTE DI POTER SISTEMARE LO SCARICO CHE SI TROVA AL PASSEGGIO, SIAMO SEMPRE STATI "IGNORATI", anche il lavandino del passeggio non è funzionante, quindi immaginate due sezioni che comprendono circa 150 detenuti che hanno diritto al passeggio, hanno diritto di prendere un po' d'aria fresca e socializzare tra loro a farlo in un contesto in cui prevede sporcizia e odore sgradevole, è davvero ingiusto che queste ore ci fanno solo venire da vomitare!. Per non parlare di ciò che ci spetta, tipo poter conferire con degli assistenti sociali ed è solo un miraggio vederli perché non sono più di 15 su 1200 detenuti, non capendo l'importanza di chi ha bisogno di una relazione aperta interna, perciò chi è in attesa di consiglio o chi vuole usufruire di qualche beneficio che gli può giustamente spettare, se lo può solamente scordare! Nel nostro blocco, cioè C2 oltre la scuola non c'è altro, né volontariato né corsi, niente di niente, sempre costretti a stare nel corridoio o nelle celle e diventa tutto una monotonia.

QUESTA NON È DETENZIONE, QUESTA NON È RIEDUCAZIONE O RISENTIMENTO MA UNA VERA E PROPRIA SOFFERENZA! Tutti sappiamo di aver sbagliato in passato e di dover espiare le nostre colpe, ma bisogna farlo nel modo giusto, senza abusi psicologici perché magari molti vorrebbero cambiare vita e reinserirsi nella vita comune e sociale ma ciò non è possibile, viste le mancanze! E per quanto riguarda chi ha figli ed ha bisogno di chiamate straordinarie perché nulla è più importante della famiglia e dei bambini che hanno bisogno di crescere bene, niente decidono loro chi si e chi non può usufruire di questa cosa che per noi è importante, perché siamo sempre in pensiero, preoccupati per le nostre famiglie e per chi è definitivo dovrebbe spettare la straordinaria, ma alla fine decidono loro senza alcun criterio logico! Anche una cosa delicata che loro sorvolando è la dirigenza medica perché ci sono detenuti che hanno patologie e altre malattie che lievi o gravi che siano vanno prevenute e curate, ma non fanno altro che riempirci di Novalgina e Tachipirina!

Ad esempio detenuti con problemi tipo circolazione del sangue o coagulamento che aspettano da mesi e mesi e non vengono ricoverati perché le cartelle cliniche non indicano urgenza, forse per loro le urgenze sono quando ormai uno è in fin di vita! Visite mediche che saltano o che non avvengono proprio, tutti abbiamo diritto ad essere curati, alla dirigenza evidentemente non importa, anche se gli assistenti spesso si mettono a disposizione e cercano di darci una mano chiamando i rispettivi reparti di cui abbiamo bisogno, niente Perché possono fare il possibile ma da loro non dipende nulla. Adesso siamo consapevoli che sicuramente faranno perquisizioni a tappeto e può darsi anche dei trasferimenti, per tutto questo chiediamo che non sia vano questa protesta da parte nostra, sapendo che qualcuno con un grande cuore prenda le nostre difese. NON SIAMO MOSTRI, SIAMO DETENUTI, SIAMO UOMINI, SIAMO ESSERI UMANI, PAGHIAMO I NOSTRI ERRORI MA NON DEVE DIVENTARE UN LUOGO DI SOFFERENZA QUESTO".

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