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Detenuto incappucciato, spogliato e picchiato in carcere: condannati 10 poliziotti a Reggio Emilia

L’uomo venne incappucciato con una federa bianca stretta al collo, denudato e colpito con calci e pugni nei corridoi del carcere. Poi, a terra, ammanettato e calpestato. Le violenze proseguirono nella sua cella, dove fu trascinato ferito e sanguinante. Le violenze vennero riprese da una telecamera di videosorveglianza.
A cura di Davide Falcioni
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Non fu tortura, ma abuso di autorità contro detenuto; e non furono lesioni bensì percosse aggravate. Il falso invece ha retto per i tre imputati a cui era contestato. Lo ha deciso il gup del tribunale di Reggio Emilia Silvia Guareschi che ha condannato i dieci agenti della polizia penitenziaria che nell'aprile del 2023 picchiarono un uomo di 42 anni rinchiuso nel penitenziario della città emiliana. Le condanne vanno da quattro mesi ad un massimo di due anni per gli imputati. La Procura aveva chiesto pene fino a cinque anni e otto mesi.

I dieci poliziotti penitenziari erano accusati a vario titolo dei reati di tortura, lesioni (e falso nelle relazioni di servizio) ai danni di un detenuto tunisino, oggi 44enne, che il 3 aprile 2023 si trovava nel carcere reggiano della Pulce e che si è costituito parte civile nel procedimento. Tra loro anche viceispettore per il quale era stata chiesta la pena più pesante.

L'uomo venne incappucciato con una federa bianca stretta al collo, denudato e colpito con calci e pugni nei corridoi del carcere. Poi, a terra, ammanettato e calpestato. Le violenze proseguirono nella sua cella, dove fu trascinato ferito e sanguinante. A immortalare l’accaduto, le telecamere di videosorveglianza del penitenziario. Immagini eloquenti depositate al processo dalla difesa dell’uomo e proiettate in aula. Un’azione brutale, punitiva, preordinata, di violenza assolutamente gratuita, l’aveva definita la pm Pantani, mentre i difensori degli agenti avevano puntato sul comportamento aggressivo del detenuto e su precedenti denunce e sanzioni a suo carico, riportate in altri penitenziari nei quali era stato.

Di fronte alle esplicite immagini del pestaggio i dieci poliziotti avevano scelto il rito abbreviato (che permette lo sconto di un terzo nel caso di condanna). Il pm Pantani aveva chiesto la pena più dura, 5 anni e 8 mesi, per il viceispettore della polizia penitenziaria, 46 anni, che in aula aveva ammesso le sue responsabilità:  "Chiedo scusa al detenuto e all’amministrazione penitenziaria". Sulla presunta tortura, ha raccontato: "Ho colpito al volto il detenuto mentre era a terra, a mano aperta. Lui era incappucciato ed era stato posizionato sul pavimento in attesa che fosse pronta la cella di isolamento. Mi sono accertato che respirasse – ha detto con riferimento al video dove lo si vede mettere la mano sotto il cappuccio – ma lui urlava e minacciava. A quel punto ho appoggiato la mia mano sul suo volto".

Per altri sette agenti sono stati invece richiesti 5 anni di condanna. Richiesta più lieve, 2 anni e 4 mesi, per un viceispettore 53enne e un assistente capo 40enne che erano accusati esclusivamente di falso nelle relazioni.

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