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Depuratore dei veleni, rimosso il perito scelto dal gip per i suoi “rapporti” con la raffineria

Un passo indietro nel processo per il disastro ambientale del depuratore del polo petrolchimico di Siracusa. Secondo l’accusa, inquinava anziché ripulire. Ora Giuseppe Mancini, perito del tribunale, è stato rimosso dall’incarico perché protagonista di un incontro nel parcheggio della raffineria Sonatrach.
A cura di Luisa Santangelo
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Un incontro tra tre uomini in un piazzale del polo petrolchimico. Uno è catanese e di mestiere fa il professore universitario e consulente tecnico del tribunale. Un altro è catanese anche lui e fa il responsabile della sostenibilità di una raffineria. Il terzo viene dalla provincia di Caserta e di mestiere è imprenditore del settore dei rifiuti. L’appuntamento serve affinché il prof presenti l’imprenditore all’ingegnere della raffineria. Già così, con la riunione nel parcheggio e le ciminiere sullo sfondo, sembra una scena tirata fuori da una serie tv.

Invece è un altro capitolo della storia del depuratore dei veleni di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa. Ed è la pagina che riporta indietro di quasi un anno il processo per disastro ambientale che si dovrebbe celebrare nel capoluogo aretuseo.

L’appuntamento si svolge il 26 gennaio 2023. Nel piazzale antistante la Sonatrach, la raffineria algerina del polo petrolchimico siracusano, ci sono Angelo Giuseppe Grasso, Giuseppe Capece e Giuseppe Mancini. Il primo è un dirigente di Sonatrach. Capece, invece, è direttore commerciale di un'azienda che si occupa, tra le altre cose, di smaltimento dei rifiuti e di bonifica di siti contaminati.

Il terzo, Giuseppe Mancini, docente di Impianti chimici all'università di Catania nonché, soprattutto, uno dei tre consulenti nominati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa nell’intricata vicenda del depuratore IAS di Priolo Gargallo. L’impianto gestito da una società mista pubblico-privato dove, per usare le parole dei magistrati, “è in corso un gravissimo e perdurante inquinamento ambientale”. Sia dell’aria sia dell’acqua. E Sonatrach, la società nel cui parcheggio avviene l’incontro, è coinvolta.

L’inchiesta della procura e l’incontro

La procura siracusana indaga su un presunto disastro ambientale senza precedenti. Per i magistrati, il depuratore IAS di Priolo, chiamato a depurare i reflui di uno dei poli petrolchimici più grandi d'Europa, non funziona. Anziché ripulire, insomma, inquinerebbe al ritmo di 77 tonnellate all'anno di "composti organici volatili" immessi in atmosfera. Tra le quali 13 tonnellate all'anno di benzene, una sostanza cancerogena. I magistrati accusano, oltre chi avrebbe dovuto gestire l’impianto di depurazione, anche i cosiddetti “grandi utenti industriali”. Cioè, i colossi dell’industria petrolchimica mondiale. I cui vertici nostrani sarebbero stati a conoscenza delle presunte immissioni illegali di inquinanti nell’atmosfera, ma non avrebbero fatto nulla per fermarle.

All'inizio dell'estate 2022 il depuratore viene sequestrato e ai grandi utenti viene imposto il distacco. Che si rivela, però, impossibile: gli impianti di raffinazione non possono continuare a produrre senza un posto dove scaricare i reflui. È un cane che si morde la coda, che tira in mezzo anche i diecimila lavoratori del polo e dell'indotto: spegnere il petrolchimico significa perdere il lavoro. In questo contesto, per cristallizzare i dati dell'inquinamento, a dicembre 2022 inizia l'incidente probatorio e il gip nomina i suoi periti di fiducia.

L’incontro tra il perito Mancini e il dirigente della società indagata Grasso viene documentato dalla Guardia di finanza di Siracusa. E finisce in una nota che i magistrati depositano all’ufficio del gip il 25 maggio 2023. Il 31 dello stesso mese, Mancini fornisce le sue spiegazioni: dice di conoscere Capece dal 2019 e di avere deciso di presentarlo a Grasso affinché Capece venisse “inserito nella lista-fornitori” di Sonatrach. Mancini, nelle sue memorie, sottolinea che si era trattato di un “incontro preliminare” e che, comunque, non era “entrato nella sede della Sonatrach”, essendosi fermato al piazzale. “Tale presentazione – dice Mancini – non ha alcuna attinenza con la perizia in corso”.

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“Il rapporto fiduciario” in crisi

Il giudice Salvatore Palmeri, però, non è d’accordo. Per lui si tratta di un “ulteriore e definitivo elemento che mette in crisi il rapporto fiduciario che deve intercorrere tra il giudice e il collegio peritale”. Non fosse altro che quell’incontro “incrina profondamente il requisito di terzietà” che deve contraddistinguere il lavoro di un perito scelto dal tribunale.

“Il perito Mancini – si legge nel provvedimento di revoca dell’incarico – non ha infatti informato il giudice dell’esistenza di rapporti con una delle società indagate, di così elevata intensità da consentirgli di presentare, quindi sponsorizzare, un imprenditore per il suo inserimento nella lista dei fornitori della società Sonatrach”. Un “avvenimento di estrema gravità che non consente di ritenere tutte le parti garantite dall’operato di un soggetto che mantiene attuali rapporti con una società, la Sonatrach, rispetto alla quale – evidentemente – l’accertamento peritale potrebbe anche essere sfavorevole”.

La collaborazione all’università

A onore del vero, che l’ingegnere Mancini e l’ingegnere Grasso fossero in buoni rapporti il gip e la procura lo sapevano da tempo. Almeno da dicembre 2022. Da quando, cioè, i due erano stati invitati a cena da una giovane tesista. Grasso, secondo il sito dell’università di Catania, è componente del “comitato di indirizzo” del corso di Laurea in Ingegneria chimica per la sostenibilità industriale. Di cui Mancini risulta essere uno dei prestigiosi tutor per conto dell’ateneo etneo.

Ma se una cosa è la cena “in ambito universitario”, altra è l’appuntamento nel parcheggio. Perché la presentazione di un imprenditore a un dirigente Sonatrach “fa comprendere – si legge – che Mancini possa incidere sulle scelte della società indagata”. Un rapporto troppo stretto per non causare una “mancanza di serenità” nel tentare di capire se e come Sonatrach abbia contribuito al disastro ambientale di cui è accusata assieme a Isab (ex Lukoil), Versalis e Sasol.

L’appalto di IAS spa

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Che l'attenzione di Capece (non indagato) arrivasse dalla Campania alla Sicilia era cosa nota a prescindere dalla presentazione a Sonatrach. Il nome dell’impresa di cui è direttore commerciale appare nei verbali delle gare per lo smaltimento dei fanghi di produzione del depuratore IAS di Priolo.

All’inizio del 2022, la ditta – in raggruppamento con un’altra impresa – si aggiudica l’appalto da un milione e 700mila euro da unica partecipante. Nei primi mesi del 2023, replica la performance: ancora una volta unica partecipante, vince la gara da un milione e 980mila euro, però in raggruppamento con altre tre aziende.

Cosa succederà al processo

In mezzo a tutto questo, il depuratore sotto sequestro continua a operare. Il tentativo della Regione Siciliana spegnerlo tramite la revoca dell’Autorizzazione integrata ambientale si è rivelato timido, e continuamente posposto. Il governo nazionale, dal canto suo, ha confermato l’importanza di Priolo Gargallo e dell’impianto IAS, definendolo “strategico”. Tutte questioni che si aggiungono alla complessità tecnica di “staccare” i grandi utenti dall’impianto in cui vengono immessi i loro reflui pericolosi.

Il 6 dicembre 2022 il procedimento giudiziario sul presunto disastro ambientale è entrato per la prima volta in un’aula di tribunale. Il gip Palmeri ha concesso un incidente probatorio per cristallizzare i dati sulle presunte emissioni inquinanti e ha nominato il suo pool di periti. A cui all’inizio dell’estate, visti alcuni ritardi nelle operazioni e gli appuntamenti di Mancini, è stato revocato l’incarico.

Tra un ritardo e l’altro, il nuovo terzetto di periti è stato nominato il 7 settembre 2023. I colleghi precedenti, il cui incarico è stato revocato, avevano spiegato che gli accertamenti sarebbero durati almeno fino a gennaio 2024 e che sarebbero costati “diverse centinaia di migliaia di euro”. I nuovi esperti dovranno ricominciare tutto da capo, a partire dai sopralluoghi (il primo è fissato per la fine di settembre) e le richieste documentali. Facendo attenzione, a questo punto, a chi incontrano nei parcheggi.

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