Denudano e depilano un compagno. La scuola li sospende: ma un genitore fa ricorso

La vicenda è nota: durante una gita scolastica a Roma, un gruppo di 14 studenti minorenni ha denudato e depilato un compagno di classe; immortalando il tutto con un video, che poi ha fatto il giro della scuola ed è stato diffuso anche sui social network. La scuola ha reagito duramente, con sospensioni da 3 a 15 giorni e 4 in condotta per i “bulli” più indisciplinati. La vicenda, che risale a circa un mese fa, si arricchisce però giorno dopo giorno di altri particolari, soprattutto in relazione al “braccio di ferro” che sta andando in scena tra l’istituto scolastico e i genitori degli alunni sospesi.

Da una parte, infatti, la famiglia della vittima, che considera sospensioni e punizioni “il minimo” ed è spalleggiata dai dirigenti scolastici, con la preside che ha incassato il sostegno dell’assessore regionale all’istruzione (il quale ha giudicato “corretto e doveroso” l’intervento punitivo nei confronti degli alunni). Dall’altro le famiglie dei ragazzi sospesi, che hanno bollato come “esagerati” i provvedimenti disciplinari e hanno vibratamente protestato con i dirigenti scolastici. In più, è notizia di qualche ora fa, uno dei genitori ha presentato un ricorso ufficiale contro le sospensioni, chiedendo anche di avere accesso ai verbali secretati dalla scuola e alle prove “video” raccolte durante l’indagine avviata dalla preside (la dirigente aveva in effetti impiegato qualche giorno prima di sospendere i ragazzi, tempo necessario per approfondire la questione e raccogliere materiale in modo da far luce sulla questione). Intanto, il dibattito (soprattutto in Rete) è aperto: qual è il confine fra bullismo e goliardia?