Denise Pipitone, spunta la lettera di un nuovo testimone che chiama in causa Claudio Corona
Sembra stia crollando il muro di omertà che per anni ha avvolto il caso di Denise Pipitone. Da quando il caso è stato riaperto con nuove indagini da parte della magistratura, infatti, si sono fatte avanti già diverse persone che affermano di avere elementi utili all’inchiesta. L’ultima in ordine di tempo ha inviato una lettera firmata in cui afferma di avere delle informazioni che possono chiarire la scomparsa della bimba e chiama in causa un membro della famiglia che finora mai era entrato nelle indagini e tuttora risulta estraneo ai fatti: Claudio Corona, fratello di Anna, ex moglie di Piero Pulizzi – il papà biologico di Denise – che è sotto indagine dopo la scomparsa della bambina.
“Non sono un collaboratore di giustizia ma voglio la verità su Denise
“Io voglio la verità su Denise” scrive il nuovo testimone nella lettera resa pubblica in esclusiva dalla trasmissione tv "Ore 14" di Milo infante su Rai2 e ora al vaglio degli inquirenti della Procura di Marsala. Il nuovo testimone del caso di Denise Pipitone non è anonimo ma chiede di essere ascoltato dagli inquirenti per raccontare quanto conosce della storia. In particolare vuole parlare proprio di Claudio Corona pur tenendo a sottolineare di non voler diventare un collaboratore di giustizia . “Non sono un collaboratore di giustizia e mai lo sarò. Ho frequentato molto Mauro Corona ma ripeto non sarò mai un collaboratore di giustizia” si legge nella missiva che aggiunge: “Ho tante cose da dire per tutelare me e la mia famiglia e forse finalmente scoprire la verità su qualche informazione su Denise”. “Io voglio la verità su Denise. Donne e bambini non si toccano” aggiunge il testimone in un altro passaggio della lettera.
I presunti traffici illeciti della famiglia Corona
Frasi indicative di un clima molto particolare dietro la scomparsa di Denise e che nei giorni scorsi era stato confermato da un testimone anche durante “Chi l’ha Visto?”. “I Corona io li ho conosciuti da vicino, ho avuto modo di conoscerli per un lungo periodo, ho lavorato con loro, parlo di lavoro sporco non lavoro pulito, a Mazara quasi tutti temono queste persone avendo traffici illeciti, queste persone si difendono tra di loro” aveva spiegato l’uomo chiamando in causa proprio Claudio Corona e parlando di una famiglia solita incontrare malavitosi e che “godeva di protezione”. Claudio Corona dal suo canto ha respinto ogni accusa dicendo che “non c’è motivo” di aver paura della loro famiglia. Nella lettera, che risale alla fine di maggio, sarebbero però presenti elementi bene più importanti ai fin delle indagini sulla scomparsa di Denise che però non son stati resi pubblici e ora saranno vagliati dalla Procura.
Piera Maggio: "Abbiamo sempre cercato la verità sul rapimento di Denise"
“Abbiamo sempre cercato la verità sul rapimento di Denise, anche adoperandoci per fare in modo che questa emergesse. Raccontare parzialmente fatti già verificati, facendo allusioni che non hanno portano a nulla, di certo servono solo a creare illazioni e diffamazione. Sappiate che durante il processo di primo grado, l'unica pista alternativa evidenziata dai legali dell'imputata è stata solo e soltanto la pista Rom, Non altri” ha scritto invece nei giorni scorsi la mamma di Denise Piera Maggio, aggiungendo: “Questo per far comprendere a tutti, che nonostante alcuni dissidi, non esistevano i presupposti per accusare altri appartenenti alla cerchia ristretta dei familiari di Denise, poiché hanno collaborato, le loro posizioni furono vagliate, chiarite ed escluse dall'inchiesta".