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Denise Pipitone e la pista della Valtellina, l’avvocato Frazzitta: “Ho ricevuto una mail criptata”

L’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, che segue il caso della piccola scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004, ha confermato che lui e la famiglia stanno seguendo la pista della Valtellina.
A cura di Biagio Chiariello
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Denise Pipitone all'epoca della scomparsa
Denise Pipitone all'epoca della scomparsa
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Nuovi aggiornamenti sul caso di Denise Pipitone, la bambina di 4 anni sparita da Mazara del Vallo diciotto anni fa. Tante sono le piste seguite, nessuna ha finora dato riscontri. Al momento quella della Valtellina viene definita la più "plausibile" dall’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, che segue la vicenda della piccola.

La storia risale all’aprile del 2005: Gijlia, una ragazza kosovora, oggi 35enne, che ad ad una signora egiziana, Susanna, all'epoca aveva mostrato la foto di una bambina, Danas, e della sua presunta madre, tale Shakira. Una bambina che somiglia a Denise Pipitone, con una cicatrice sulla guancia e che parlava italiano, pur essendo in una comunità kosovara. Il riferimento è all’immagine ripresa da una guardia giurata di Milano.

Di Gijlia si sono perse le tracce: la sua famiglia probabilmente si trova in Germania da cinque anni. Ma tale Shakira aveva parenti e conoscenti in Valtellina. E a tal proposito Frazzitta ha spiegato: "Stiamo cercando la bambina di Milano. Se non fosse stata Denise, non riesco a capire il motivo per il quale non si fa trovare, ma non sappiamo se è lei. Non riusciamo a rintracciarla. Le verifiche comunque andavano fatte all’epoca, quando arriva la segnalazione, questa indagine è rimasta monca".

L'avvocato ha ammesso di essere stupito dal fatto che questa pista non è stata battuta all'epoca, rivelando anche una novità:

"Ho ricevuto da un servizio mail di posta criptata un messaggio sulla mail dello studio estremamente puntuale. Era molto telegrafico con una serie di informazioni, un indirizzo e una indicazione specifica. Stiamo cercando di arrivare a qualcosa. Se ci può dire qualcosa di più non sarebbe male. Se è una persona a conoscenza di questa nostra ricerca, potrebbe dirci di più, anche tramite questo metodo. Non è detto che porti ad un risultato, ma è un’indagine che è rimasta monca, quindi va completata".

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