Denis Bergamini, colpo di scena al processo: chiamato a testimoniare, scopre di essere indagato
Ennesimo colpo di scena nell'intricatissimo caso della morte di Denis Bergamini, l'ex calciatore del Cosenza morto in circostanze mai chiarite il 18 novembre 1989 sulla statale 106, nei pressi del Castello di Roseto Capo Spulico. Nel processo in corso contro la ex fidanzata Isabella Internò, accusata di omicidio in concorso con ignoti, si è scoperto infatti che per due anni nel registro degli indagati era finito anche un altro soggetto che però non sapeva niente dei sospetti su di lui: il cugino dell'imputata.
A comunicare la notizia è stato lo stesso pm Luca Primicerio, che rappresenta l'accusa, nel corso dell’udienza di mercoledì in aula davanti alla Corte d’assise del Tribunale di Cosenza. All'udienza infatti era prevista proprio la testimonianza dell'uomo, Dino Pippo Internò, ma quando è arrivato il suo turno il magistrato ha annunciato che era lui stesso oggetto di una indagine parallela sul caso Denis Bergamini dal 2021.
A questo punto il giudice non ha potuto che sospendere la seduta per permettere all'uomo di nominare un avvocato di fiducia. Dino Pippo Internò così ha dovuto rinunciare alla testimonianza abbandonando il tribunale. Dopo la brutta notizia, però, per lui è arrivata quella buona. Lo stesso Pm infatti ha annunciato successivamente alla Corte la volontà di chiedere l’archiviazione per il fascicolo del 2021 a suo carico, di cui non era mai stato informato e diverso da quello per il quale è a processo alla cugina.
Una decisione arrivata sulla base degli elementi contenuti all’interno dello stesso fascicolo. In pratica l'uomo in poche ore ha saputo prima di essere indagato per concorso in omicidio e poi che gli accertamenti investigativi a suo carico non hanno fatto emergere nulla.
In realtà il nome di Bergamini era emerso già in passato quando una donna lo aveva indicato molto vicino alla cugina oggi a processo e che per la procura non ha agito da sola. Contro l'uomo però non erano emersi elementi e la stessa Procura di Castrovillarino aveva spiegato nel 2019 che non vi erano elementi per ipotizzare la sua responsabilità. Nel 2021 però qualcosa forse è cambiato e l'uomo è stato al centro di una nuova indagine parallela che però, a detta del pm, è finita nel nulla.